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Sabato, 24 Agosto 2024 16:28

Le ragioni di una controstoria del Medioevo

Una controstoria della filosofia e della storia resta necessaria per portare avanti la lotta per l’egemonia nella società civile contro la classe dominante. La storia e la filosofia del XIII e XIV secolo ci insegnano che dalla comune rovina delle classi in lotta non deriva necessariamente un regresso della civiltà, ma possa prodursi l’ascesa di una terza classe, sotto diversi aspetti intermedia fra le prime due.

Venerdì, 29 Settembre 2023 15:59

Epicuro

Si tratta di individuare i mali che affliggono l’uomo e di studiare la terapia filosofica per curarli. Dinanzi alla paura degli dèi e dell’aldilà, Epicuro sostiene che gli dèi non si occupano certo dell’uomo. Per quanto concerne la paura della morte, Epicuro la considera stolta, in quanto sino a che noi ci siamo la morte non c’è, quando invece ci sarà noi non ci saremo più.

Giovedì, 24 Agosto 2023 16:07

Perché una controstoria del medioevo?

Nel nostro corso di formazione stiamo affrontando la storia universale e i momenti salienti della storia della filosofia cercando di intenderli, come intellettuale collettivo, nel modo più scientifico e critico possibile, cioè nella prospettiva del marxismo quale materialismo storico e dialettico e filosofia della prassi.

Sabato, 30 Luglio 2022 19:14

Gli anni Ottanta e Novanta in Italia

Con l’aumento della composizione organica del capitale è aumentata la disoccupazione lasciando spesso come unica alternativa il lavoro nero o l’attività illegale, che hanno rafforzato il controllo sociale e del territorio da parte della malavita organizzata, che ha avuto così modo sia di aumentare la corruzione nel mondo della politica politicante, nella magistratura, nelle forze dell’ordine, sia la capacità di piazzare uomini di fiducia ad alti livelli.

Venerdì, 10 Dicembre 2021 17:05

Dal Sessantotto alla fine della guerra fredda

La rivolta dei giovani che non si riconoscono più nei valori borghesi dei genitori e si battono per la fine delle discriminazioni socio-economiche, razza e sesso, ispirandosi alla lotta degli oppressi in grado di piegare gli oppressori: la rivoluzione cubana, la guerriglia vietnamita e la rivoluzione culturale cinese.

Venerdì, 03 Settembre 2021 20:38

Gli anni sessanta in Italia

La Democrazia cristiana si orienta alla formazione di un governo di centro-sinistra per rafforzare le proprie basi di massa con una politica di programmazione economica, sviluppando l’industria pubblica, tenendo i socialisti in una posizione subordinata e, al contempo, isolando i comunisti all’opposizione.

Dopo la grande vittoria delle forze comuniste sul tentativo del nazifascismo di rilanciare razzismo e schiavismo a livello mondiale, negli anni Cinquanta le forze conservatrici tornano al potere nei paesi capitalisti grazie al ricatto del piano Marshall.

Le prime visioni del mondo filosofico-scientifiche, quali conflitti per l’egemonia nella lotta di classe sul piano delle sovrastrutture fra i nuovi ceti sociali emergenti e le vecchie classi dominanti che miravano, al contrario, a imporre la conservatrice concezione del mondo mitologico-religiosa.
La resistibile ascesa al potere di Hitler è opera in primo luogo del supporto della classe economicamente dominante nazionale e, in seguito, degli investimenti nella sua politica imperialista da parte del grande capitale finanziario transnazionale
Venerdì, 01 Novembre 2019 12:55

La grande crisi economica del 1929

Le dinamiche economiche strutturali che hanno portato alla grande crisi del 1929 e i suoi effetti devastanti sui paesi capitalistici
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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