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America Latina, uscire dalla trappola del neoliberismo
Girando per Santiago oggi si ha la netta impressione che le cicatrici del neoliberismo siano tuttora presenti, nonostante dal golpe dell’11 settembre 1973 siano ormai passati più di cinquanta anni.
1973-2023 Conferenza di Rodrigo Rivas nel cinquantennale del golpe di Pinochet
L'intellettuale di origine cilena, che più volte ha tenuto lezioni all'Istituto Tecnico Pacinotti di Pisa, ricorda in questa conferenza il cinquantennale del Golpe che stravolse la sua vita e cambiò la storia del suo Paese.
Il Vietnam coltiva la sua amicizia con i Paesi dell’America Latina
Oltre alla storica amicizia con Cuba, il Brasile, il Messico e il Cile sono alcuni dei Paesi latinoamericani con i quali il Vietnam intrattiene ottimi rapporti
L’11 settembre, cinquant’anni dopo.
L'11 settembre ricorre l'anniversario del golpe in Cile contro il governo di Unidad Popular di Salvador Allende. Si trattò di un momento di attuazione del Plan Condor, ispirato alla dottrina Monroe, secondo cui gli Usa attraverso le dittature militari dovevano imporre la propria egemonia sul loro “cortile di casa”.
Il nostro 11 settembre
In un’epoca ossessionata dall’oggi, dove la preoccupazione per il breve termine la fa da padrona, ricordare è un gesto rivoluzionario. Nella foto: Dr. Manuel Ipinza, prigioniero politico della dittatura cilena nel campo di concentramento dell’Estadio Nacional, riceve dalle mani di un’infermiera della Croce Rossa cilena sua figlia Barbara, di soli dieci mesi.
Perché abbiamo perso le elezioni in Cile
Dopo quasi tre anni di lotte, due elezioni vinte e tantissime speranze, il sogno di una Nuova Costituzione in Cile si infrange all’ultimo scoglio: il referendum di conferma, vinto dal No con il 62% dei voti. Un’analisi – con molti dubbi e poche certezze – delle possibili (e impossibili) cause della sconfitta e delle prospettive per il futuro.
Cile, il 4 settembre va approvata la nuova Costituzione
In Cile, l’insopprimibile reviviscenza di quella volontà popolare si coniuga oggi colla rivolta sociale esplosa nel novembre 2019 e durata a lungo nonostante la feroce repressione di Pinera e dei suoi carabineros, col plurisecolare movimento di ribellione e identità indigena e colle lotte delle donne per la loro liberazione dal sistema patriarcale e machista e quella per la tutela di un ambiente devastato per decenni dalle multinazionali.
Dopo le rivolte violentemente represse dove andrà il Cile di Gabriel Boric?
Chi è Boric e cosa vuole fare? Comprendere la situazione cilena attraverso un’analisi più approfondita delle forze che hanno vinto le elezioni presidenziali
La speranza ha vinto contro la paura
Il candidato Gabriel Boric della coalizione Apruebo Dignidad formata da Frente Amplio e dal Partido Comunista trionfa con un rotondo 56% al ballottaggio delle presidenziali cilene, grazie a un’ampia partecipazione dei settori popolari, delle donne, e dei giovani.
Pueblo unido
La netta affermazione della sinistra radicale alle elezioni presidenziali in Cile rende meno arduo lo sviluppo del conflitto sociale dal basso, che ha reso possibile questo trionfo. Ma se gli sfruttati delegheranno al governo la soluzione dei loro problemi, il conflitto di classe vedrà ancora una volta prevalere gli sfruttatori.