La seconda tappa dei nostri “Percorsi di pensiero critico” è dedicata a Maria Montessori e al suo aver rivoluzionato la pedagogia riconoscendo il bambino come essere “completo” le cui potenzialità vanno tutelate e agevolate nella loro libera e autonoma espressione. L’attenzione all’aspetto dell’empatia e della consapevolezza del proprio far parte di un mondo più ampio è particolarmente utile e attualizzabile nell’odierna società multietnica dove la capacità di superare le discriminazioni e di accogliere è fondamentale.

Le #rivoluzioni producono dei veri e propri #salti qualitativi nel corso storico. Tale categoria non è utilizzata da Hegel solo per decifrare la Rivoluzione francese, ma anche lo sviluppo storico nel suo complesso. L’immagine utilizzata dal filosofo è quella della talpa, immagine cara a Marx.

Sabato, 11 Febbraio 2023 01:02

La metafisica di Aristotele

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L’essere inteso come sostanza – per Aristotele ci sono infatti diversi modi di intendere l’essere – è trattato nella Metafisica che lo stagirita chiamava “Filosofia prima”, il cui ambito è lo studio dell’essere in quanto essere (ontologia), delle cause prime e di dio (teologia).

Sabato, 11 Febbraio 2023 00:57

Film e serie discreti 2022

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Proseguendo nelle ormai consuete classifiche dei film e delle serie dell’anno, recensiamo brevemente gli audiovisivi visti in sala, in rete, nelle retrospettive nel 2022 e in più le riscoperte che meritano di essere visti.

Dopo aver analizzato l’aspetto fenomenico dell’attacco al #salario e del conseguente aumento del profitto a partire dalla dissoluzione dell’URSS e dallo scioglimento del Pci, abbiamo mostrato come tale attacco sia molto più profondo e meno appariscente. Per comprenderlo occorre abbandonare il piano empirico e risalire al piano concettuale, cioè abbandonare le categorie d’analisi dell’ideologia (borghese) attualmente dominante per risalire ai fondamenti scientifici dell’analisi #marxista.

Lo sciopero della fame praticato da Alfredo Cospito nel carcere di Sassari e le manifestazioni dei gruppi anarchici che si sono susseguite in queste settimane hanno scoperchiato tutta una serie di contraddizioni, complessità e problemi che attanagliano le istituzioni italiane, a partire dal sistema giudiziario, dall’organizzazione dello Stato, per arrivare, infine, alla società civile, alla formazione dell’opinione pubblica e ai valori complessivi su cui si fonda una società.

Purtroppo, con il “dono” dei carri armati all’Ucraina la guerra si intensifica e ci avviciniamo sempre più all’orlo del precipizio.

Il degrado del welfare, delle condizioni e delle retribuzione dei lavoratori e del loro potere contrattuale, non è responsabilità degli immigrati ma di chi li sta sfruttando, oltre che delle dei maggiori sindacati e delle “sinistre”.

In vista del prossimo vertice dell’Ue, e con la guerra sullo sfondo, emergono importanti divisioni fra i paesi più industrializzati, preoccupati per le misure di sostegno negli USA, e gli altri. In discussione sono soprattutto la misura e la destinazione dei fondi europei. Non sembrano invece esserci esitazioni sul proseguimento delle politiche ordoliberiste.

Marco Pondrelli, nel suo nuovo libro, inquadra la crisi ucraina attraverso una seria analisi storica delle vicende di quei territori e dei complessi rapporti fra Ucraina e Russia sul piano sia politico sia culturale. In contrapposizione alla propaganda di guerra, ci offre dati che smascherano la mistificazione mediatica e ci permettono di collocare gli attuali drammatici avvenimenti in un contesto più ampio legato al nuovo assetto mondiale multipolare che si sta o si potrebbe configurare.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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