Link agli articoli usciti su questo giornale in cui sono approfondite le questioni affrontate nella video lezione: “La filosofia dello spirito” e “La filosofia del diritto” pubblicata nel numero 290 di questo giornale.
Per quanto riguarda la filosofia dello spirito oggettivo Hegel ci ha lasciato una trattazione sintetica nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio e una trattazione estesa nei Lineamenti di filosofia del diritto, l’ultima grande opera pubblicata da Hegel, apparsa a Berlino nel 1821. Anche quest’opera è suddivisa da Hegel in paragrafi e annotazioni, volte a dispiegare il contenuto estremamente sintetico dei paragrafi.
Contenuto dell’opera
Nella filosofia dello spirito oggettivo Hegel espone la progressiva realizzazione della libertà dell’uomo come singolo individuo in un mondo antropizzato, prodotto dallo spirito dell’umanità. Il singolo individuo, in quanto spirito finito, realizza la propria libertà mediante le regole e i rapporti ideati dall’uomo nel corso nella sua storia che lo connettono ad altri spiriti finiti.
Temi dell’opera: non solo diritto, ma morale, etica e metafisica
Questa parte del sistema ha avuto una grande influenza storica e filosofica in quanto in essa Hegel si è occupato di problematiche più ampie del solo diritto, come la filosofia morale, le strutture socio-politiche dell’epoca, affrontando anche temi metafisici classici come il rapporto fra libertà e male. Per Hegel, infatti, la libertà del singolo si realizza nell’eticità, con il qual termine il filosofi intende non solo i costumi di un popolo storico, ma le istituzioni degli Stati moderni.
Critica all’utopismo
Hegel polemizza con le filosofie politiche utopiste che si sforzano di delineare regimi perfetti. Per Hegel si tratta, al contrario, di indagare la razionalità del reale. Lo Stato, infatti, ha una propria razionalità proprio in quanto incarna lo spirito oggettivo. Prosegui la lettura dell’articolo al link: La filosofia dello spirito.
Engels nel suo celebre Ludwig Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca del 1888, aveva considerato il marxismo non in contrapposizione, come faranno purtroppo troppi marxisti, ma quale compimento della moderna filosofia razionale e in particolare dell’idealismo tedesco culminato nel pensiero di Hegel. Anzi, a parere dello stesso fondatore del marxismo, la stessa contrapposizione fra materialismo e idealismo, caposaldo di ogni interpretazione dogmatica del marxismo, doveva essere rimessa in discussione proprio perché lo stesso materialismo storico, da Engels fondato insieme a Marx, doveva essere considerato il naturale erede della dialettica hegeliana, da lui intesa quale teoria della storicità del reale, secondo una concezione che sarà sviluppata da Lukács e Gramsci.
Engels ha così messo in luce il profondo legame del marxismo con la filosofia hegeliana, in aperta polemica con il positivismo allora dominante all’interno dello stesso movimento operaio, che finiva inconsapevolmente con il fondare una nuova metafisica sulla base di una concezione astorica della scienza naturale. Al contrario Engels intende mostrare la validità del materialismo dialettico, quale sviluppo della dialettica hegeliana, nell’interpretazione non solo del mondo storico, ma anche dei fenomeni naturali. Intendendo la dialettica quale fondamento del movimento del reale, essa è considerata da Engels la logica dello sviluppo della natura, del mondo storico e del pensiero, sulla base della hegeliana identità di reale e razionale. In tal modo Engels recupera i fondamenti logico-metodologici della filosofia hegeliana anche per quanto concerne la filosofia della natura, rinvenendo delle significative analogie fra l’evoluzione del mondo naturale e quella del mondo storico. Per continuare a leggere la presentazione del corso: vai al link: Le origini filosofiche del marxismo