Link agli articoli usciti su questo giornale in cui sono approfondite le questioni affrontate nella video lezione: “Dalla logica del concetto alla filosofia della natura” e “La filosofia dello spirito”
Nell’Enciclopedia Hegel espone il necessario articolarsi e svilupparsi delle varie forme della natura e dello spirito sulla base delle categorie della logica. Nella filosofia della natura l’idea cade nell’altro da sé, in quanto ha a che fare con la natura che non è un prodotto della ragione, ma al contempo si realizza rispetto all’in sé dell’idea della logica, ritrovandosi nella struttura logica che sottende le principali articolazioni della natura.
Dalla natura inorganica alla natura organica
La fisica dello scienziato sempre legato alla ricerca empirica offre il materiale di cui il filosofo della natura si serve per una comprensione concettuale della natura, quale sistema articolato che si sviluppa in livelli sempre più complessi: dalla natura inorganica alla natura organica.
Critica alla riduzione quantitativa della natura
Hegel è contrario a comprendere la natura traducendola in termini matematici e meccanicistici come faceva il metodo scientifico galileiano e newtoniano. Tali paradigmi gli paiono insufficienti in particolare per la comprensione dell’ambito biologico. Contro un paradigma scientifico puramente quantitativo, come quello della fisico-matematica, Hegel intende recuperare da Aristotele e Keplero una considerazione anche qualitativa della natura.
Critica all’esaltazione romantica della natura
D’altra parte, contrariamente ai romantici che esaltano la natura, per Hegel la natura rappresenta l’idea nell’elemento dell’esteriorità, che pone dei limiti all’indagine filosofica e scientifica di essa. Inoltre, il mondo della natura è un ambito privo di libertà, dominato dalla necessità esteriore. Perciò Hegel arriva provocatoriamente a sostenere che il più infimo fenomeno spirituale è superiore al massimo fenomeno naturale. Prosegui la lettura dell’articolo al link: https://www.lacittafutura.it/unigramsci/la-filosofia-dello-spirito
Dalle preziose annotazioni contenute nei suoi Quaderni filosofici, pubblicati postumi, il grande rivoluzionario russo cerca di mostrare come la comprensione della logica dialettica hegeliana sia una chiave di accesso imprescindibile a Ilcapitale di Marx. Il concetto decisivo della filosofia hegeliana ereditato dal marxismo è, a suo avviso, proprio la contraddizione dialettica, che consente di comprendere come il corso storico non si sviluppi secondo un’evoluzione lineare, ma in modo contraddittorio, sulla base del conflitto tra gli opposti. Dunque, per rimanere un’efficace guida per l’azione politica, Lenin ne deduce che il marxismo non può ridursi a un sistema di leggi universalmente valide, ma deve costantemente aggiornare la sua comprensione della realtà, tenendo conto dei mutamenti intervenuti nel mondo storico. Proprio per questo Lenin, due anni prima della sua morte, in un articolo dedicato al materialismo militante – che ha assunto lo statuto di una sorta di testamento filosofico – non reclama la fondazione di una “società per lo studio della dialettica marxista”, bensì ha di mira una “società degli amici materialisti della dialettica hegeliana”. (V. I. Lenin, Sul significato del materialismo militante, 1922).
Appena un anno più tardi, nella sua opera decisiva, che ha inaugurato il marxismo occidentale: Storia e coscienza di classe, György Lukács, presumibilmente il più significativo filosofo marxista, indagando il metodo filosofico del pensiero di Marx, risale proprio alla dialettica hegeliana. In questa decisiva opera, nella quale Lukács stesso ammetterà di “esser stato più hegeliano di Hegel”, egli muove proprio a partire dalla dialettica una altrettanto decisiva critica al positivismo, dominante nel marxismo della Seconda Internazionale, che pretendeva di studiare i fenomeni sociali utilizzando il metodo delle scienze naturali. In tal modo l’ideologia allora e, per molti aspetti, ancora oggi dominante naturalizza gli assetti sociali del modo di produzione capitalistico, assunti come dei fatti e non considerati, dialetticamente, come dei prodotti storici. Il metodo dialettico di origine hegeliana è, dunque, contrapposto da Lukács a questa considerazione dei fenomeni sociali, che non storicizzandoli non è in grado di coglierne la natura transitoria e, soprattutto non è capace di individuare il legame organico che li unisce tra di loro. Al contrario, la teoria sociale marxiana usa il concetto hegeliano di totalità, che gli consente di considerare la società non come un aggregato di parti, ma come un insieme organico, in cui ogni componente trova senso unicamente nella relazione con le altre e con il tutto. Per continuare a leggere la presentazione del corso: vai al link: https://www.lacittafutura.it/cultura/le-origini-filosofiche-del-marxismo