Giovedì 21 maggio una decina di assistenti educativi e culturali promotori di un Comitato si sotto ritrovati sotto l'Assessorato alle politiche sociali del comune di Roma per protestare dopo due mesi senza stipendio e senza cassa integrazione. Che la rabbia non si trasformi in frustrazione!
Pur potendo e dovendo lavorare per garantire l’inclusione scolastica dei bambini disabili anche durante la pandemia con la didattica a distanza, gli assistenti educativi e culturali del Comune di Roma, dipendenti da cooperative cui i municipi appaltano il servizio, sono rimasti a casa e come tanti lavoratori ancora aspettano la cassa integrazione. Questa faccenda ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'esternalizzazione del servizio ha fallito ed è ora di procedere concretamente verso l'internalizzazione.