Anche in Croazia i maggiori successori della Lega dei Comunisti hanno scelto di riorganizzarsi nel Partito Socialdemocratico di Croazia, membro a pieno titolo del Partito del Socialismo Europeo. Tra gli anni ’90 e gli anni ’00 la sinistra radicale croata ha provato a riorganizzarsi in varie forme, tra cui il Partito Socialista dei Lavoratori e alleanze eterogenee di comunisti, ecologisti e socialdemocratici come Sinistra Unita, Coalizione di Sinistra e Sinistra Croata. Nessuno di questi tentativi è però riuscito a sedimentare in un’organizzazione strutturata e duratura, anche a causa delle frammentazioni comunitarie che attraversano tutta la politica croata.
Per le elezioni parlamentari del 2011, il leader sindacale ha operato una scissione del Partito Popolare Croato – Liberal Democratici, fondando il nuovo partito Laburisti Croati – Partito del Lavoro su un programma basato sulla partecipazione democratica, sull’opposizione alle privatizzazioni e sulla lotta alla corruzione.
Alle elezioni parlamentari del 2011 i Laburisti hanno ottenuto sei seggi su 151 col 5,1% dei voti. Sono in questo momento all’opposizione del governo di centrosinistra.
Le prime elezioni europee dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione, svolte nell’aprile 2013, hanno portato i laburisti a eleggere un eurodeputato sui dodici spettanti alla Croazia col 5,77%. L’eurodeputato ha aderito al gruppo del GUE/NGL. Appena un anno dopo, alle elezioni europee del maggio 2014, i laburisti sono scesi al 3,4% perdendo il loro unico seggio. Il simbolo dei Laburisti è il nome del partito in caratteri blu e bianchi su campi bianchi e arancione.