Recensioni di classe 67

Un classico in versione restaurata: Scarface, Felicità un ottimo esordio alla regia, Buena vista social club: un godibilissimo documentario musicale, una piacevole commedia italiana: Il più bel secolo della mia vita, un film sopravvalutato: Il giardino delle vergini suicide, un documentario pretenzioso: Lassù qualcuno mi ama, un documentario interessante: Milva – diva per sempre, una serie italiana gradevole: The Bad Guy, una grande delusione: la serie Yellowstone.


Recensioni di classe 67

Scarface di Brian De Palma, con Al Pacino e Michelle Pfeiffer, drammatico, Usa 1983, disponibile su Now e Sky, 3 candidature ai Golden Globes, voto: 7+. Film godibile, ben fatto, piuttosto discutibile per il contenuto. Nonostante la sceneggiatura di Oliver Stone, ha cadute anticomuniste e risulta almeno in parte carente dal punto di vista dell’indispensabile effetto di straniamento. A tratti appare che fondare una banca sia peggio che svaligiarla, mentre non si vede quasi per niente come la criminalità organizzata sia funzionale alla classe dominante e allo Stato capitalista.

Felicità di Micaela Ramazzotti, drammatico, Italia 2023, con Max Tortora, Anna Galiena, nomination miglior regista esordiente e attrice a Micaela Ramazzotti ai David di Donatello, disponibile su Now e Sky, voto: 7. Ottimo esordio alla regia, con un film realistico e abbastanza interessante. Giusto la conclusione lascia un po’ a desiderare.

Buena vista social club di Wim Wenders, documentario musicale, Germania 1998, restaurato dalla cineteca di Bologna, voto: 6,5. Documentario piacevole, dignitoso dal punto di vista del bello e del buono, fornisce un’immagine borghese e, dunque, ostile della Cuba socialista.

Il più bel secolo della mia vita di Alessandro Bardani, con Sergio Castellitto, commedia, Italia 2023, disponibile su Prime, voto: 6+. Godibile commedia, abbastanza realistica, sfiora temi sostanziali.

Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola, drammatico, Usa 1999, restaurato dalla cineteca di Bologna, voto: 6+. Non si tratta certo di un classico da riproporre in prima visione. Si tratta di un film furbetto, che gioca sul voyeurismo dello spettatore lasciando solo sullo sfondo la sacrosanta denuncia del clerical-fascismo quotidiano così caratteristico degli Stati Uniti.

Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone con Massimo Troisi, documentario, Italia 2023, disponibile su Now, Skype e Netflix, premiato come miglior documentario ai David di Donatello, voto: 6+. Il tema sarebbe anche valido e interessante, ma il modo intellettualistico di affrontarlo, con un Martone che si ammira la lingua, lo rende noioso. Il premio come miglior documentario non è meritato, sarebbe dovuto andare al film su Gaber.

Milva - diva per sempre di Angelo Longoni, documentario, Italia 2024, disponibile su RaiPlay, voto 6+. Per quanto il documentario sia fatto male, con delle parti ricostruite con attori insostenibili, con delle persone intervistare spesso pessime, con la sostanziale censura dello sfrondo politico e sociale, resta un film per la tv godibile e interessante visto lo spessore dell’opera dell’artista.

The Bad Guy, serie televisiva in sei episodi, regia di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, con Luigi Lo Cascio, Stefano Accorsi, Claudia Pandolfi, drammatica, Italia 2022, disponibile su Prime Video, segnalata ai Nastri d’argento, voto: 6. Serie godibile, ma né bella, né buona. Si tratta di una merce ben rifinita dell’industria culturale italiana. Per quanto la vicenda narrata sia sotto molti punti di vista inverosimile è a tratti intrigante e coinvolgente. Tipico esempio di guilty pleasure, piuttosto atipico nel panorama italiano al di fuori della commedia.

Yellowstone serie televisiva drammatica statunitense, prima stagione in 9 episodi del 2018, diversi premi minori, disponibile su Now, voto: 6. Se ci fosse un minimo di distacco critico e di effetto di straniamento la serie potrebbe essere un efficace denuncia del fascismo profondamente radicato nella società statunitense, soprattutto nei contesti periferici. Purtroppo, a partire da Kevin Kostner che si immedesima totalmente nel personaggio, tipica espressione del fascismo che dovrebbe interpretare e dalla consueta assenza di un qualsiasi personaggio positivo o alternativo, la serie finisce con l’essere piuttosto noiosa e nemmeno progressista.

Only Murders in the Building, serie brillante statunitense, seconda stagione in 10 episodi, premiatissima, su Disney plus, voto: 6. Serie piacevole, ma né bella, né buona. È una merce ben rifinita dell’industria culturale statunitense, con un contenuto troppo poco sostanziale per appassionare e interessare.

Tartarughe Ninja Caos mutante regia di Jeff Rowe, Kyler Spears, animazione, bambini, Usa 2023. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a ADG Awards, disponibile su Paramount tv, voto: 6-. Film divertente, simpatico, non male per bambini, anche se difetta di tematiche sostanziali.

Vele scarlatte di Pietro Marcello, drammatico, Francia, Italia 2022, miglior sceneggiatura non originale a David di Donatello, voto: 5,5. Il film affronta anche delle tematiche sostanziali, come le violenze contro le donne, ma la forma è troppo postmoderna e il film finisce con l’annoiare.

L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio, commedia, bambini, Italia 2023, nomination David giovani, disponibile su Prime, voto: 5+. Commedia in parte godibile, anche se non certo bella e troppo poco buona. Per un adulto, dopo un po', diviene insostenibile, mentre potrebbe essere tollerabile per un bambino.

L’odio di Mathieu Kassovitz con Vincent Cassel, drammatico, Francia 1995, miglior regia al festival di Cannes, disponibile su Paramount, voto: 5. Riproposto in prima visione come se si trattasse di un capolavoro, il film è decisamente deludente, offre una rappresentazione del tutto naturalistica, fenomenica e immediata di una realtà che non è in grado di scandagliare.

Ripley di Steven Zaillian, una serie con Andrew Scott, Dakota Fanning, drammatico, thriller, Usa 2024, in 8 puntate su Netflix, voto: 5. Per quanto curata dal punto di vista formale, il plot della serie è piuttosto noioso. La mancanza di effetto di straniamento rende piuttosto reazionaria la narrazione dal punto di vista di un antieroe che, peraltro, non ha reali motivi di interesse. Senza contare che vi sono nella vicenda narrata diversi aspetti poco verosimili.

Enzo Jannacci Vengo anch’io di Giorgio Verdelli, documentario, Italia 2023, nomination miglior documentario ai David di Donatello, voto: 5-. Apologia di un intellettuale molto postmoderno, dopo un po’ finisce con l’annoiare.

The Crown serie Britannica, drammatica e storica, con Olivia Colman, la prima stagione in dieci episodi è del 2016, voto: 4,5. Serie piuttosto noiosa e soporifera, interpreta la storia dal punto di vista peggiore: quello del cameriere che, paradossalmente, corrisponde in questo caso a quello della regina. Certo la serie evita cadute nel postmoderno e ha comunque uno sfondo storico, ma dal punto di vista reazionario dell’industria culturale.

Lubo di Giorgio Diritti, con Franz Rogowski, drammatico, Italia e Germania 2023, nomination miglior sceneggiatura non originale a David di Donatello, disponibile su Now, 5-. Sullo sfondo vi è una questione sostanziale come la sottrazione ai genitori zingari dei bambini, anche se il film poi segue una vicenda del tutto particolare del protagonista niente affatto tipica e, quindi, priva di interesse. 

Come pecore in mezzo ai lupi di Lyda Patitucci, drammatico, Italia 2023, disponibile su Netflix, nomination miglior attrice a Isabella Ragonese a David di Donatello, voto: 4+. Film privo di contenuti sostanziali con in più i soliti pregiudizi filo imperialisti. 

Adagio di Stefano Sollima, con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, drammatico, Italia 2023, 6 nomination minori a David di Donatello, voto: 4. Solito film Italiano con il gusto postmoderno per il grottesco. 

Los colonos di Felipe Gálvez, Felipe Gálvez Haberle, drammatico, Cile, Argentina, Francia 2023, disponibile su Prime e Mubi, voto: 4-. In teoria il film poteva essere ottimo come denuncia delle politiche genocide alla base del colonialismo. Purtroppo la vicenda è narrata nel modo peggiore e più reazionario possibile, in uno stile postmoderno insopportabile a meno di essere un cinefilo con la puzza sotto il naso e con zero interesse a stabilire una qualche connessione sentimentale con il proprio popolo.

Golda di Guy Nattiv con Helen Mirren, biografico, Gran Bretagna 2023, nomination miglior trucco a Oscar, voto: 3,5. Film ultrasionista, biecamente ideologico, interessante solo in quanto involontariamente mostra come sia indifferente se si è dominati imperialisticamente, se si subisce la pulizia etnica e il genocidio da parte di una donna, piuttosto che di un maschio, una lesbica piuttosto che una eterosessuale, una donna anziana, brutta e malata, piuttosto che una giovane, bella e in salute. Allo stesso modo, del tutto involontariamente, mostra come il modo migliore per opprimere la donna è promuovere una persona di sesso femminile come specchietto per le allodole per meglio mantenere nella schiavitù domestica tutte le altre.

The Creator di Gareth Edwards, azione, avventura, drammatico, Usa 2023. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a BAFTA, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a ADG Awards, premiato quasi esclusivamente per gli effetti speciali, disponibile su Disney +, voto: 3+. Si tratta di un prodotto tutto sommato dozzinale dell’industria culturale, privo di aspetti significativi, dopo poco diviene soporifero e assomiglia sempre più a un gioco elettronico.

Indiana Jones e il quadrante del destino di James Mangold con Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Antonio Banderas, avventura, azione, bambini, Usa 2023, distribuito da Walt Disney, il film ha ottenuto 1 candidatura (colonna sonora) a Premi Oscar, 1 candidatura a SAG Awards, voto: 3. Film del tutto insostenibile, trattasi di una merce piuttosto scadente dell’industria culturale realizzato alla maniera dei film della saga. Privo di spessore, potrebbe catturare l’attenzione solo di qualche bambino non particolarmente vivace intellettualmente.

Comandante di Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, drammatico, Italia 2023, dieci nomination ai David di Donatello, disponibile su Paramount, festival di Venezia, voto: 3-. Segno dei tempi che un film così brutto e con simpatie fascistoidi apra il festival di Venezia e riceva ben dieci nomination ai David.

28/06/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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