In quindicimila hanno camminato per le strade e per le piazze di Napoli, un corteo pacifico e anti-fascista, con scritte e colori di ogni tipo, per protestare contro l’arroganza di chi impone la sua presenza in una città che per anni ha denigrato.
Il rappresentante di un partito come La lega Nord, che già per il nome dovrebbe essere considerato incostituzionale -art. 5 della Costituzione: La Repubblica è una e indivisibile(…)-, ha pensato bene che il Sud può essere utile per estendere il suo bacino di voti, quale migliore occasione che quella di andare alla Mostra d’oltremare di Napoli.
A Napoli però c’è un sindaco che sta coi cittadini e le cittadine, che ha voluto e saputo costruire una rete comunicativa con la realtà dei movimenti rappresentati anche dai Centri sociali (che invece di essere sfrattati o attaccati, vengono ascoltati e resi partecipi), superando le contrapposizioni partitiche; ha saputo riunire soggettività che esprimono quel ricco pluralismo culturale che una città come Napoli rappresenta. L’Italia d’altronde è così, un mosaico di realtà diverse che hanno le radici nella nostra storia fatta di autonomie locali, di stati regionali, di differenti dominazioni straniere e di insorgenze che hanno portato ad un’unità non troppo lontana e ancora non del tutto risolta.
Ma non è il momento di approfondire questo tema.
È il momento di parlare di quello che si è in messo in moto nella città che ha voluto manifestare pacificamente e dimostrare il proprio dissenso di fronte a stolte manovre di politicanti che non hanno rispetto della volontà popolare. Chi ha visto le immagini del fiume di persone sceso in strada, colorato allegro e pacifico, in un lungo corteo?
I media hanno mostrato solo scontri tra forze dell’ordine e un ristretto gruppo di persone, hanno mistificato la realtà parlando di molotov lanciate e auto in fiamme, quando sono stati esplosi petardi e bruciati cassonetti, atti di protesta che si potevano evitare, certamente…
Perché queste menzogne?
Come si può pensare, infatti, che: chi incita i vulcani a fare piazza pulita della gente del sud; chi lancia epiteti offensivi nei confronti di intere città attraverso slogan (come quello dei Napoletani che puzzano); chi incita al separatismo; chi si pronuncia contro tutti i portatori di diversità; chi nelle politiche concrete parlamentari non si attiva che per interessi territoriali circoscritti e neppure conosce le peculiarità dell’intero paese, si rechi proprio in quei luoghi denigrati se non per scopi legati ad interessi manipolatori di aree di opinione pubblica?
Sembra che la politica mainstream in Italia abbia le sembianze di un Cagliostro, colui che sapeva convincere di essere capace di operare trasformazioni e guarigioni con le sue alchimie strampalate. E così ciò che era non è più… Ma ci sono decenni di insulti al meridione e di politiche centrate sul nord che non possiamo far sparire così, per magia.
De Magistris è un uomo di stato, coerente con le sue convinzioni e posizioni, che ha espresso la sua preoccupazione e la sua perplessità circa quell’evento apparso da subito fuori luogo: Matteo Salvini, leader della Lega Nord a Napoli per un comizio da imporre in un contesto che simbolicamente è antitetico alle sue posizioni ed idee contro il Sud, la Mostra d’Oltremare. Perché non organizzare in altro spazio?
Infatti era stata occupata per protesta dal movimento “Mai con Salvini”, e la questione era stata risolta tra sindaco, questore e l’ente gestore(che fa capo al comune) che avevo rescisso il contratto per il comizio, che avrebbe dovuto essere organizzato altrove. Gestione attenta e previdente di spazi cittadini che sembrava essere stata approvata anche dal Viminale.
Poi il vero colpo di scena: dal Viminale si dispone il sequestro di quello spazio cittadino per fare in modo che Salvini potesse tenere lì il suo comizio!!!
Come lo possiamo chiamare un atto del genere? Una forzatura di tale portata, nei confronti di una città e di un sindaco che ha dovuto lasciar fare ad un ministro dell’interno che ha voluto schierarsi non dalla parte della gente, del buon senso e della democrazia, ma di un politico che professa idee incostituzionali, che già altrove ha provocato proteste, e che era prevedibile a cosa potesse portare?
Le manifestazioni di piazza sono nutrimento della democrazia e della solidarietà tra le persone e tra i popoli, sono un valore quando pensiamo all’importanza della partecipazione e della libertà di espressione di una volontà generale, fatta di tante collettività e individualità in relazione.
Si realizzano ponti tra comunità che si confrontano e discutono quando si costruiscono manifestazioni di piazza, come è stato per il recente 8 marzo internazionale, si dà luogo a quella grande piazza simbolica che è la democrazia, in uno stato che si dichiara democratico e professa l’eguaglianza e il fine della giustizia sociale.
Oppure vogliamo pensare che basti inviare mail e dire sì o no, cliccando su domande prefissate che vengono imposte da programmini che girano in rete, per essere cittadini e cittadine ed essere politicamente partecipi?
Nessuno si augura che le legittime proteste sfocino in atti materialmente violenti contro cose o persone, però quando si possono evitare, in contesti che coinvolgono grandi numeri di persone, agendo con buon senso, con quella capacità di prevedere che dovrebbe avere proprio chi ha questa prerogativa, perché si sceglie invece un atto che può assumere l’aspetto di un atto provocatorio?
E poi lo abbiamo sentito il ministro Minniti sul palco del Lingotto di Torino scagliarsi contro la città di Napoli e chi voleva tutelare la pace e la convivenza civile, elogiando l’organizzazione che ha consentito a Salvini di fare il suo comizio… questa la sua preoccupazione: garantire l’esibizione della Lega Nord, secessionista, anti-meridionalista, razzista a Napoli!
Una vera sceneggiata che lascia senza parole.
Non è difficile capire che il governo a maggioranza PD voleva colpire un sindaco che non gli va giù, un sindaco democraticamente eletto e rispettato, che si è messo a lavoro nella sua città costruendo relazioni con l’esistente, alimentando il senso di appartenenza, l’impegno; coinvolgendo tutti nella partecipazione alle politiche cittadine di una città che vuole essere accogliente e vuole combattere la corruzione.
Per me, un modello politico-amministrativo di una comunità cittadina da prendere come esempio.