Il futuro dell’energia in Italia tra ritorno al nucleare e difficoltà per le rinnovabili

Il ministro dell’Ambiente prosegue la sua azione per un ritorno al nucleare. D’altra parte, neppure nel settore delle rinnovabili siamo messi bene, tra stop regionali e nazionali e dichiarazioni ambigue da parte dei produttori del fotovoltaico.


Il futuro dell’energia in Italia tra ritorno al nucleare e difficoltà per le rinnovabili Credits: https://www.flickr.com/photos/amodiovalerioverde

Avevamo già raccontato il preciso piano del Governo Meloni di un progressivo ritorno all’energia nucleare in Italia [1]. Nonostante due referendum abrogativi e la maggioranza degli italiani chiaramente contrari, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin va avanti dritto per la sua strada e in audizione davanti alle Commissioni ambiente ed attività produttive della Camera dei deputati ha illustrato la sua idea, che è quella di ammodernare le strutture esistenti per depositarvi le scorie nucleari, magari ampliandole, realizzando anche – tanto per cominciare - un microreattore di nuova generazione e poi si vedrà [2]. Durante l’incontro il ministro ha esaltato i benefici e la sicurezza della nuova tecnologia legata al nucleare, “riconosciuto a livello europeo e mondiale come una fonte tra le più sicure e sostenibili”. “In un quadro di libero mercato dell'energia riteniamo indispensabile abilitare tutte le fonti di energia sostenibile disponibili, senza preclusioni ideologiche, soltanto sulla base della scienza e della tecnica. Sarà poi il mercato a definire la convenienza economica di una fonte energetica rispetto all'altra”. Ecco il punto, il fattore economico e di mercato, perché secondo il ministro l’energia nucleare “sembra anche più economica”. Quindi via libera al nucleare, iniziando per il momento in punta di piedi, tanto per tastare il terreno, anche con l’opinione pubblica, realizzando un nuovo microreattore modulare del tipo Small Modular Reactor (o Smr), “che presentano livelli di sicurezza molto superiori alla grande maggioranza degli impianti attuali e in aggiunta hanno dimensioni molto ridotte”, sia di terza che di quarta generazione, dimenticando però che i primi sono pochi e gli altri ancora in fase sperimentale. Essi saranno realizzati dallo Stato o anche da operatori privati o misti, pubblico-privato. Questo ha detto il ministro dell’Ambiente ai deputati, per cui quelle che sembravano solo parole in libertà si stanno trasformando ogni giorno di più in concreta realtà, in attesa di tradursi presto in una bozza di legge di riavvio della produzione energetica nucleare da sottoporre al Parlamento già nei primi mesi del 2025. 

Ma se vogliamo evitare la deriva nucleare nel nostro Paese, dobbiamo dare più spazio alle rinnovabili, ma anche qui non è che manchino i problemi. Le imprese del settore lamentano infatti di non essere messe in grado di svolgere adeguatamente il loro mestiere, dovendosi scontrare ogni giorno con pastoie ed intoppi burocratici di ogni tipo, con un vero e proprio percorso ad ostacoli fatto di criteri sempre più rigidi per l’istallazione dei nuovi impianti, individuazione di aree idonee e non, possibilità per le regioni di apporre divieti e vincoli, come è già accaduto in Sardegna, dove la giunta regionale ha bloccato per 18 mesi i grandi impianti di energia rinnovabile in corso di autorizzazione o già autorizzati, purché con lavori non ancora iniziati, se ricadono all’interno di un’area ritenuta non idonea, prevedendo pure l’obbligo di polizze fideiussorie e dando una stretta agli impianti offshore da realizzare in mare aperto. In compenso lo stesso governo regionale ha stanziato 700 milioni di euro per comunità energetiche e piccoli impianti, sicuramente meno efficienti e più costosi di quelli di grandi dimensioni. Non solo, ma il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida è riuscito ad imporre per legge lo stop agli impianti fotovoltaici collocati a terra sui terreni agricoli, con l’idea di bloccare le speculazioni di chi vorrebbe produrre energia solare sottraendo terreno alle nostre coltivazioni di qualità, ma condannando nei fatti molti terreni non più utili o impiegati per le coltivazioni all’abbandono. Già prima di questa riforma esistevano limiti fortissimi per l’installazione di questi impianti sui terreni agricoli, ma adesso si rischia di danneggiare proprio coloro che nella mente del ministro avrebbero dovuto trarne maggiori benefici, cioè gli stessi agricoltori, molti dei quali vedevano nel fotovoltaico e nelle altre rinnovabili come il biogas un’opportunità per integrare i loro ricavi, usando i terreni marginali e meno produttivi per sostenere la redditività dell’impresa agricola principale; gli impianti fotovoltaici, grazie all’ombreggiatura che producono sul suolo, permetterebbero in realtà di recare benefici sui prodotti coltivati lì vicino. 

Ancora, con decisioni che appaiono schizofreniche il Governo con una mano ha frenato il fotovoltaico sui terreni agricoli, mentre con l’altra ha stanziato attraverso il Pnrr ingenti somme per l’agrisolare, cioè l’installazione dei pannelli sui tetti delle costruzioni agricole, e per l’agrivoltaico, in pratica quei pannelli installati su supporti che permettono di sollevarli da terra per consentire la prosecuzione della produzione agricola sugli stessi terreni [4]. In questo gioco delle parti neppure chi dovrebbe spingere di più per l’aumento della quota delle rinnovabili, come le imprese del fotovoltaico, si sottrae alle proprie colpe, prestando (involontariamente?) il fianco al progetto pro nucleare del ministro Pichetto Fratin. Preconizzando una crescita dei consumi elettrici, “nel lunghissimo periodo le rinnovabili da sole non basteranno e il nucleare ci pare una tecnologia capace di garantire un carico di energia base necessario e fondamentale per non dipendere dalle fonti fossili”, ha affermato Filippo Fontana a nome di alcuni produttori del settore fotovoltaico [5]. Ne vedremo allora delle belle, mentre i cittadini e l’ambiente attendono ancora una decisione seria.

Note:

[1] https://www.lacittafutura.it/interni/il-nucleare-di-ritorno.

[2] https://www.corriere.it/economia/finanza/24_ottobre_09/nucleare-il-piano-del-governo-dal-nuovo-microreattore-al-deposito-dei-rifiuti-ecco-cosa-c-e-7dc30ab5-3870-4227-b088-4f7992d5fxlk.shtml?refresh_ce; https://ilmanifesto.it/nucleare-e-trivelle-per-la-transizione-e-il-nuovo-dl-ambiente.

[3] https://www.ilfoglio.it/politica/2024/09/21/news/la-sardegna-blocca-le-rinnovabili-e-sabota-gli-obiettivi-climatici-dell-italia-6966525/#xhttps.

[4] https://www.vaielettrico.it/dl-agricoltura-e-legge-lollobrigida-conferma-il-freno-allagrivoltaico/.

[5] https://www.ilfoglio.it/economia/2024/10/19/news/il-problema-delle-rinnovabili-non-e-il-nucleare-ma-il-nuovo-nimby-7066737/.

02/11/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Ciro Cardinale

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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