Gli Invisibili in protesta al Campidoglio

La società civile, le associazioni, i comitati territoriali scendono in piazza per rivendicare un altro modello di città che non sia vincolato a scelte privatistiche e ai grandi interessi .


Gli Invisibili in protesta al Campidoglio

Si è svolta il 28 Maggio al Campidoglio la protesta delle associazioni, dei comitati, delle palestre popolari, delle realtà territoriali e dei cittadini uniti in un movimento condiviso sotto la bandiera di “Mai Più Invisibili” nei confronti dell’attuale amministrazione comunale; quest’ultima si è infatti mostrata indifferente ai continui richiami per un’adeguata partecipazione dal basso ai tavoli decisionali, e ad un cambio di rotta rispetto alla linea non dichiarata, ma definita, di prestare più attenzione alle rivendicazioni del privato che a quelle legittime di chi vive e conosce le dinamiche collettive. Diverse sono le istanze che sono state presentate per contestare scelte discutibili, le quali, del resto, in campagna elettorale non erano nemmeno emerse; si parla, per esempio, del Bio-digestore a Casal Selce, all’Inceneritore a Santa Palomba fino allo Stadio della Roma a Pietralata. In piazza Arci, Rete Caio, Cub, Tavoli del Porto di Fiumicino, Comitati contro l’inceneritore a Santa Palomba e contro il Biodigestore a Casal Selce, Fiom e Cgil di Roma e del Lazio, Unione Inquilini, Palestre Popolari, Teatro della XII, Teatro Piccolo di Pietralata, Comitato Stadio Pietralata No Grazie, Comitato Sì Parco No Stadio, Comitato per il Forlanini Pubblico, e tante altre realtà associative e cittadinanza attiva hanno voluto democraticamente e pacificamente far sentire la propria voce per esprimere un legittimo sdegno rispetto a scelte e progetti non condivisi e imposti; incrinano il quadro i poteri speciali affidati al sindaco Gualtieri, che vanno a inabilitare quella partecipazione dal basso e quella possibilità di discussione costruttiva che doveva essere l’elemento caratterizzante dell’agire pubblico odierno. Vi è la sensazione amara di un’indifferenza acclarata dell’Amministrazione, che procede dritta per la propria strada e che non intende mettere in discussione nessuna delle sue posizioni, sia in merito alla delibera sulla gestione del patrimonio pubblico capitolino, che va a danneggiare quelle realtà che hanno valorizzato e reso fruibili spazi degradati e che ora rischiano di scomparire, sia riguardo a quei grandi progetti che negano quella che doveva essere l’impostazione ambientale inserita nell’ambito di sviluppo sostenibile del Comune di Roma; questo per lasciare invece spazio a future cementificazioni e speculazioni. 

Quella manifestante è una società civile che non può essere ignorata, e che rammenta all’attuale Giunta e Consiglio Comunale le promesse fatte e quella che doveva essere la linea guida di un programma condiviso e solidale; quest’ultimo ora appare come un fastidioso orpello, una scomoda facciata democratica da dover mettere in evidenza all’occorrenza, ma che va riposta al più presto per garantire strada libera e facilitazioni solo ai grandi progetti, alle grandi opere, alle organizzazioni più grandi, a quell’impostazione privatistica del tessuto urbano e sociale di una città che invece chiede più prossimità, più territorialità, più servizi pubblici essenziali, più trasporti, più cura del territorio, più cultura, più presenza della dimensione solidaristica dell’agire amministrativo. Dev’essere posto l’accento in modo indiscusso sull’ambiente, sulla società civile, sui diritti, sulla ricostruzione di un sistema aggregativo che sia solido argine alla deriva individualista e liberista dell’attuale società, avviata verso una sostanziale e drammatica desertificazione. Un nuovo modello di città è possibile, e coloro che sono scesi a manifestare stanno cercando in ogni modo di proporlo, ma, purtroppo, nessuno della componente politica ha voluto incontrare i manifestanti.

31/05/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

Pin It

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: