Ardea è un comune della periferia sud dell'area metropolitana di Roma, che comprende, oltre al centro storico, varie frazioni di cui la più estesa è quella di Tor San Lorenzo. Un territorio che si è popolato e urbanizzato in maniera caotica, intorno all'antico centro originario, che soffre anche l'abusivismo edilizio e la carenza dei servizi essenziali. Conta una popolazione di 50.000 abitanti circa, fra cui migranti di passaggio o stabilizzati, in particolare dall' Est europeo e dal Nord-Africa, anche se sono numerose le presenze di immigrati di diverse altre nazionalità.
L’11 giugno ci saranno le elezioni amministrative che seguono questi due mesi di gestione commissariata dovuta alle dimissioni del sindaco e dell’intera giunta.
Le amministrazioni che hanno governato da 10 anni a oggi, sono state guidate prevalentemente dal centro-destra, mentre l’ultimo cartello di centrosinistra a cui il PRC ha partecipato risale al 2012, quando vinse il Centro-destra ed entrarono nell’amministrazione solo 6 consiglieri del PD.
Oggi incontro Barbara Tamanti, candidata a sindaco della lista “La sinistra che vogliamo”. È una lista che si presenta a oggi con sei sigle: Comitati Unione per il Sociale, PRC, PCI, Movimento per Ardea, Ardea-cittadini in movimento per il sociale, Ardea ad Arte. Bruno, portavoce dei Comitati, mi ha raccontato la sua storia di cittadino trasferito nella provincia che, a seguito di un grave incidente automobilistico, si è ritrovato senza lavoro e su una sedia a rotelle. Da questo cambiamento totale della sua vita, la presa di coscienza e la volontà di reagire e impegnarsi per tutti coloro non ne hanno la possibilità
Barbara si è trasferita da Roma ad Ardea nel ‘97/’98 e, da allora, ha militato nel PRC locale ricoprendo la carica di segretaria dal 2009 al 2014, oltre ad aver avuto altri incarichi federali e regionali. Un circolo che ha avuto periodi di attività intensa. Consideriamo anche che a Tor San Lorenzo l'appartenenza al primo PCI, ante PRC, ha avuto un peso significativo.
La sensibilità nei confronti dei diritti delle persone con disabilità è vissuta da Barbara con consapevolezza e in prima persona, avendo dovuto affrontare al fianco della figlia tutti quegli ostacoli che ogni famiglia si trova di fronte e che spesso portano a costruirsi personalmente una rete di sostegno per sopperire a ciò che manca a livello istituzionale.
D: Come te mi trovo a vivere in quest’area e ci siamo incontrate più volte in occasioni politiche. Conosciamo le difficoltà che vivono le zone periferiche dell'area metropolitana di Roma, conosciamo le difficoltà delle amministrazioni locali e quelle della vita politica delle organizzazioni del territorio. Negli anni è emersa la presenza di prodromi di organizzazioni di stampo mafioso che non possono non aver avuto un peso nell’economia locale. Vogliamo ricostruire la storia della lista che ti candida in queste elezioni del 2017?
B.T. Da due anni circa, ci siamo ritrovati con un gruppo di persone che hanno preso l'impegno di far valere i diritti di chi è toccato dalla disabilità… abbiamo ottenuto una consulta e lo spazio per incontrarci, è così che è nata l'associazione di cui Bruno Buratti è portavoce. Abbiamo pensato che fosse necessario andare oltre questo spazio d'azione, dal momento che condividevano anche altri valori politici. Così abbiamo pensato di costruire un gruppo di riferimento politico per la sinistra, alternativo al Pd, per ristabilire delle relazioni tra cittadini e cittadine attivi nei vari movimenti.
Il nostro progetto è nato dall'esigenza di formare un nucleo politico con degli obiettivi concreti:
- Fondare un laboratorio politico permanente e aperto a chi sia interessato, in cui collaborare… naturalmente con chi si riconosce nei valori della sinistra e dell'antifascismo. Per questo ci siamo dati anche un codice etico che si esprime in un manifesto che deve essere condiviso e firmato individualmente.
- In questa fase, abbiamo deciso di partecipare alle elezioni con il nostro programma, per dimostrare che un altro modo di amministrare è possibile.
In questa lista i temi e i programmi sono chiari e condivisi, vanno discussi e nessun soggetto deve egemonizzare la lista, tutti hanno diritto di proporre e partecipare alle decisioni. Le soluzioni vanno trovate discutendo.
D: In effetti, la fase attuale è caratterizzata dalla delusione per la politica, ma le persone non sanno cosa troveranno dietro a sigle di liste civiche che nascondono appartenenze e posizioni politiche diverse e non sempre riconoscibili
B.T. Anche qui si presenteranno nuove liste civiche in cui però si trovano noti personaggi politici locali. Noi abbiamo creato uno ‘stemma’ per la nostra lista, in cui sono presenti i simboli di ogni soggetto aderente, così che sia chiaro ed evidente chi siamo. È naturale che io, vivendo qui da anni e avendo portato avanti diverse lotte nel sociale, sono chiaramente riconoscibile come persona e come appartenente al PRC, non è questione solo di simbolo.
Quando c'era da darsi da fare per il consultorio o per lo sportello-donne, ad esempio, ho collaborato con tutte le donne che erano impegnate in quella lotta; questo, come altri, sono temi che dovrebbero far avvicinare tutte le persone che lottano per i diritti sociali.
Nel nostro programma sono al centro i temi dell’uguaglianza, della solidarietà, dell'accoglienza, della trasparenza e del Bene pubblico. Vogliamo recuperare la questione morale, come abbiamo scritto nel nostro primo volantino.
D: Proviamo a ricostruire la storia dalle ultime elezioni del 2012, quando il PRC era nel cartello del Centrosinistra insieme al PD, fino ad oggi, per capire in quale contesto si svolgono queste elezioni.
B.T. Il cartello del centrosinistra, a cui abbiamo aderito come PRC insieme al PdCI, era formato da: PD, PSI, SEL, Verdi e reti civiche, Api, Forza cristiana. Abbiamo perso le elezioni, e sono entrati nell'amministrazione 6 consiglieri del PD. Come dire, già si dimostrava quale fosse la loro posizione… come poteva proseguire? In seguito, come PRC, espressi con un comunicato la dichiarazione di uscita da quel cartello. Da allora, di quelle sigle e associazioni, a parte il PD, oltre noi non è rimasto nulla. Noi abbiamo resistito come circolo, con i nostri alti e bassi, ma siamo rimasti a difendere i nostri valori… personalmente, partecipando a diverse iniziative sociali sul territorio nel campo della scuola, della sanità, dei diritti dei disabili e, poi, con il nostro circolo e la federazione dei Castelli per battaglie come l'acqua pubblica e altre… è così che ho trovato una rete di movimenti con i quali si sono sviluppate relazioni.
D: Credo che valga la pena ricordare queste esperienze, dimostrano che quel genere di cartelli che nascono solo per scopi elettoralistici, infine, possono danneggiare gli stessi soggetti che vi hanno aderito con convinzione, pensando di poter dare un contributo nella politica locale mentre invece, poi, si trovano a esserne tagliati fuori, senza alcuno spazio di azione e neppure d'espressione, quasi sempre si allontanano dalla partecipazione politica attiva.
B.T. Quello che ci interessa, come sai, dal momento che anche tu hai aderito al laboratorio politico, è che ci impegniamo perché la nostra attività di questi mesi, diventi la base di un movimento che ora è appena iniziato e che dovrà crescere, aggregando altri soggetti o persone che si riconoscano nei valori fondativi della sinistra e che si vogliano impegnare attivamente.