Una lettera alla redazione di Report che denuncia le interazioni sul ddl dei poteri imprenditoriali. Nel ddl sulla scuola la mano di un’associazione no profit, la Treelle, legata a Comunione e Liberazione e alla Compagnia delle Opere. Nel direttivo nomi altisonanti del mondo della scuola, dell’economia e della politica. Coinvolti i media, dalla stampa alla tv
di Alba Vastano
Gira sulla rete la lettera di un’insegnante, Giorgia Corrias, che scrive alla redazione di Report affinché si denunci la “mano” che ha deciso che “la Buona scuola” sarà legge, per mera logica imprenditoriale. “Più volte in questo periodo ci siamo chiesti a chi conviene e, quindi, chi c’è dietro a “La buona scuola”. Ieri, leggendo uno dei tanti post di un collega, forse è arrivata la risposta – scrive la docente – Il ddl 2994, detto anche la Buona scuola, ha recepito quasi per intero i “consigli” forniti da un’associazione che lavora da anni come consulente per la formazione e l’istruzione anche a favore di decisori pubblici. Si chiama Treelle ed è un ente privato sovvenzionato da Confindustria e da diverse banche. Tra i fondatori, Umberto Agnelli, Attilio Oliva, Fedele Confalonieri, Giancarlo Lombardi, Luigi Marinotti, Marco Tronchetti Provera e Pietro Marzotto. Gran parte dei soci è formata da imprenditori d’assalto che hanno compreso quale grosso affare è l’educazione.Viene il dubbio che l’idea di istruzione che essi hanno in mente sia solo quella asservita agli interessi delle aziende e alle logiche del mercato.
Pensarlo non è astruso. Darebbe anche un’adeguata risposta al fatto che il disegno di legge Renzi- Giannini stia per diventare dl, nonostante le pressanti contestazioni del mondo della scuola. Nonostante la catastrofe che sta avvenendo a danno della democrazia, della libertà d’insegnamento e dei principi di uguaglianza. Nonostante sia incostituzionale. Con l’approvazione in Senato si attuerà la peggiore riforma dopo quella Gentile e nelle scuole entrerà in vigore un sistema di epurazione e di discriminazione, tutta incentrata sulla meritocrazia. Renzi e Giannini ne sono, “in primis”, gli ideatori, i proponenti e i responsabili. “Vendono” il loro progetto come fosse l’invenzione del secolo. Come se avessero scoperto la panacea per risolvere tutti i malesseri di cui soffre la scuola dai tempi della Moratti. E tutto questo falsato e mendace “tesoretto” è racchiuso in sei punti fondamentali: 1) Assunzione di tutto il precariato; 2) Insegnanti in carriera 3) Premi di produzione; 4) Preside, amministratore unico; 5) Ampliamento delle discipline sportive e artistiche, dello studio delle lingue straniere e dell’economia; 6) Alternanza scuola e lavoro.
Sebbene siano stati messi in atto scioperi a cascata indetti da tutti i sindacati, i sit-in a Montecitorio, le raccolte firme per l’annullamento del ddl, la determinazione del premier a portare in Parlamento la sua mistificante invenzione non si è minimante scalfita. I media lo hanno immortalato addirittura con il gessetto in mano a sintetizzare sull’ardesia (sì, proprio l’obsoleta lavagna) quanto il suo disegno sia utile a riattualizzare la scuola, come l’Europa chiede. Ed è giunto, via etere, anche il suo rammarico per l’ingratitudine dei docenti che non sanno apprezzare la valenza della sua riforma. Niente riesce a smontare le sue convinzioni, forse neanche il probabile calo di consensi elettorali al suo beneamato Pd. In vernacolo romanesco si definirebbe “de coccio”. In realtà dietro la “Buona Scuola”, dietro Renzi c’è molto di più. Dietro Giannini, ministro dell’istruzione che toglie alla Gelmini il primato dell’acredine verso la scuola pubblica, snobbando anche chi la contesta, c’è dell’altro. Dell’altro che sta venendo alla luce e rende trasparenti le oscure trame del ddl 2294 e le sue finalità.
Nelle indicazioni in materia scolastica contenute nel trattatello “La buona scuola” c’è lo zampino di un’associazione “no profit” che ha sede a Genova, la “Treelle”. Rappresentanti di questa società sono stati invitati dal Miur e dalle Commissioni scuola, riunite alla Camera deputati e al Senato il 9 aprile scorso, a dare la loro opinione sul ddl 2294. Tra i consigli forniti: mettere in competizione scuole pubbliche e private; potenziare il potere dei presidi; aprire alle donazioni di privati e delle aziende territoriali, a cui la scuola fornirà studenti per stage gratuiti, ovvero lavoro a costo zero; aumentare l’orario dei docenti per abbattere i costi. Le opinioni, invece, di chi la scuola la vive da docente, da studente o come Rsu, sono state totalmente ignorate, anzi rinnegate e disconosciute dal governo. Tutti i sindacati, fuori. Ignorata anche la proposta di una legge d’iniziativa popolare, la Lip. Perché? Cosa c’è dietro la Treelle?
L’associazione ha al comando Attilio Oliva, ex presidente di Confindustria e simpatizzante di Comunione e Liberazione di don Giussani. L’associazione ha anche particolari agganci alla “Compagnia delle Opere” a cui aderiscono una folla di imprenditori con dichiarate finalità assistenziali ed educative, ma con retrofinalità di carattere tentacolare per il raggiungimento dell’egemonia nell’economia italiana. Oliva è anche molto vicino alla Moratti, ex ministro della Pubblica Istruzione. Nel gruppo direttivo della Treelle coabitano nomi altisonanti nel campo dell’istruzione, della cultura, della politica e dell’alta finanza, fra cui Tullio De Mauro e l’ex ministro Luigi Berlinguer, i cattolicissimi politici di destra Giuseppe Valditara (Futuro e Libertà), Domenico Fisichella (An) e Enzo Carra (Udc), Carlo Dell’Arringa (professore dell’università “la Cattolica” ed ex presidente Aran), Stefania Fuscagni (presidente dell’Opera di Santa Croce di Firenze) e Lia Ghisani (ex segretario Cisl scuola), sostenitrice dei finanziamenti alle scuole private, monsignor Vincenzo Zani, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione e sottosegretario della pontificia congregazione per l’educazione cattolica. Per l’industria e finanze appaiono nel gruppo Treelle nomi come Gina Nieri (manager mediaset), Fedele Confalonieri (presidente Mediaset), Fabio Roversi Monaco, accademico e presidente di Bologna Fiere, di Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e di Sinloc SpA.
E per conquistare i media la consulente governativa al ddl 2294 si rivolge alla stampa, a quella più illustre e alla potentissima tv di stato. E spuntano a “casa Treelle” i nomi di Marcello Sorgi (ex direttore Tg1) ed editorialista della testata “La Stampa”, Antonio Di Rosa, direttore dell’agenzia “La Presse”, Carlo Rossella (ex direttore Tg5, Panorama e attuale collaboratore della testata “Il Foglio” di Giuliano Ferrara e, ancora, Ezio Mauro, famoso direttore della testata “La Repubblica”, Giulio Anselmi, presidente Ansa, Ferruccio de Bortoli (ormai ex direttore Corriere della sera). E per concludere la fiera dei sostenitori della “Buona scuola” di Renzi, ci sono la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, la Fondazione cassa di Risparmio di Reggio Emilia e, “dulcis in fundo”, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Firme determinanti per comprendere che la riforma Renzi-Giannini rischia di divenire presto legge. Nonostante ciò Attilio Oliva, presidente della “Treelle”, associazione che Renzi ha scelto come consulente per la sua riforma della scuola, ha il coraggio di sostenere che “la scuola italiana è già al 95% in mano allo Stato, un numero che rasenta il monopolio“. Una tragedia italiana.
Fonti: Pietro Ratto, giornalista, professore di filosofia, psicologia e storia; vincitore di diversi premi letterari di narrativa e giornalismo. Collabora con la testata “la Stampa”. Le sue pagine sui network Facebook e Twitter, intitolate “Bosco Ceduo” sono molte visitate da docenti e studenti italiani
-Orizzonte scuola.it