Fibrillazione e canti della resistenza segnano queste ultime ore di campagna elettorale in Grecia. In attesa del responso delle urne di Domenica, una cosa é certa: in Grecia c'é una nuova generazione che non é più disposta a pagare una crisi prodotta da banche e speculatori
dal nostro inviato Nicolò Martinelli
"Uno spettro si aggira per l'Europa", diceva il buon vecchio Marx. E questa è la sensazione che si respira oggi ad Atene, dove il voto di domenica spaventa fortemente banchieri e speculatori di mezzo mondo.
Tanto che, come soluzione in extremis per salvare il salvabile, il presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato una grossa immissione di liquidità nei mercati europei. Segno che c'é molto nervosismo per un'eventuale vittoria della sinistra greca.
Infatti SYRIZA, il partito anti-austerity guidato dal giovane e carismatico leader Alexis Tsipras, è dato in testa in tutti i sondaggi e potrebbe contendere la presidenza della repubblica ellenica alla coalizione di forze politiche che sostiene l'attuale presidente Samaras, garante dell'applicazione delle ricette di macelleria sociale imposte alla Grecia dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea, riassunte nel cosiddetto "memorandum".
Memorandum che stasera Tsipras ha dichiarato di non voler rispettare, così come altri accordi assunti dai suoi predecessori sulla pelle del popolo greco. E, come era prevedibile, i principali leader politici ed economici internazionali, si stanno sbracciando per scongiurare un'eventuale vittoria di SYRIZA, attraverso veri e propri ricatti sul voto che vedrà i greci esprimersi questa domenica.
In contrasto con questo tentativo è sorta una campagna internazionale di sostegno a SYRIZA, che vede coinvolti per primi i partiti membri della Sinistra Europea, a partire da Rifondazione Comunista, oltre a collettivi, associazioni, movimenti e singoli. E così, un po' per la vicinanza geografica e politica, un po' per “sdebitarsi” del sostegno dato ai cugini italiani de "L'altra europa con Tsipras" alle ultime elezioni europee, è partita in questi giorni una delegazione italiana alla volta di Atene.
La delegazione, ribattezzata Brigata Kalimera, si é espansa ben oltre il centinaio di addetti ai lavori inizialmente previsto, fino ad arrivare a coinvolgere oltre trecento sostenitori, tra militanti di partito, semplici cittadini ed esponenti di spicco dei movimenti.
La storica leader del movimento NO TAV, Nicoletta Dosio, giunta ad Atene giovedì pomeriggio, dichiara:
“Sono qui perché la vittoria di Syriza viene osteggiata dai poteri forti che temono la liberazione dei popoli. Sono qui in solidarietà col popolo greco. Io vengo dalla Val di Susa perché sappiamo il senso e la forza della lotta popolare. Portiamo la solidarietà dalla valle con determinazione contro i compromessi al ribasso che soffocano le speranze”.
Del resto, il movimento NO TAV ha spesso fatto iniziative contro la devastazione del territorio e le speculazioni con i compagni di Creta che si battono contro l'installazione seriale di pale eoliche nell'isola.
Lo scopo degli italiani di Kalimera, infatti, oltre a fornire supporto ai compagni greci, é di prendere a modello le pratiche e le modalità di fare politica che hanno permesso a SYRIZA di conquistarsi la fiducia di ampi settori popolari e porsi come alternativa credibile alle politiche lacrime e sangue imposte dalla Troika.
SYRIZA, infatti, è riuscita a coniugare una linea radicale con il rifiuto del settarismo, senza compromettersi con il sistema di potere del PASOK (fino a pochi anni fa equivalente greco del Partito Democratico e oggi a forte rischio di non entrare in parlamento) nemmeno a livello locale, cercando invece l'unità delle forze della sinistra anti-austerity quali il KKE, il partito comunista di grecia, da cui però si guarda con estrema diffidenza alla formazione guidata da Tsipras.
Intervistati durante i preparativi della propria iniziativa di chiusura della campagna elettorale, infatti, alcuni esponenti del KKE hanno sottolineato come il partito di Tsipras guardi poco ai lavoratori. Accusa che si scontra con quanto dichiarato oggi nel corso dell'incontro bilaterale tra i Giovani Comunisti e i giovani di SYRIZA, che hanno ribadito la propria determinazione nel voler affrontare la piaga della disoccupazione giovanile e della demolizione dei diritti dei lavoratori, a partire dalla compressione dei salari. Dato che oggi un lavoratore greco guadagna appena 400 euro al mese, SYRIZA ha promesso una legge sul salario minimo garantito.
Parallelamente lo smantellamento e la privatizzazione del welfare voluti dalla Troika, sono un altro tema caldo della campagna elettorale di SYRIZA, che non solo propone una sanità pubblica gratuita ed efficiente, ma ha anche dato un contributo fondamentale alla resistenza dal basso contro i tagli alla sanità.
Un elemento decisivo per il consenso di SYRIZA è stato infatti il forte investimento politico sul fronte delle pratiche sociali e dell'autorganizzazione popolare, a partire da società di mutuo soccorso, gruppi contro i distacchi delle utenze, occupazioni abitative e gruppi di acquisto popolare.
Non a caso, tra gli incontri della delegazione, vi sarà anche quello con le strutture popolari autogestite di mutuo soccorso, previsto per sabato mattina.
Il lavoro sul territorio dal basso è infatti uno dei pilastri fondamentali di SYRIZA, in parte ripreso in Italia da Rifondazione Comunista attraverso l'esperienza del "Partito Sociale" che dal congresso di Chianciano in poi ha caratterizzato l'azione del partito e che, laddove svolto con metodo e dedizione, ha portato ottimi risultati in termini di credibilità e rapporto con i settori popolari colpiti dalla crisi.
Ieri sera, nel comizio conclusivo, Alexis Tsipras ha invitato il popolo greco a non farsi intimidire dalle squadracce naziste di Alba Dorata, né dai ricatti imposti dal presidente uscente Samaras.
L'iniziativa conclusiva della campagna elettorale ateniese, tenutasi in Piazza Omonia, nelle vicinanze dello storico quartiere occupato Exarchia, ha visto la partecipazione della stampa internazionale e del leader di Podemos, Pablo Iglesias, dimostratosi un abile oratore anche in lingua greca.
Con una piazza che è letteralmente esplosa al suono di un repertorio musicale quasi interamente italiano, da Bella Ciao dei Modena City Ramblers a Bandiera Rossa, intonata dai giovani del PRC.
In attesa del responso delle urne si può già affermare con certezza che in Grecia c'è una nuova generazione non più disposta a pagare una crisi prodotta da banche e speculatori.