Intervento di Agostinho Lopes nella presentazione degli obiettivi del programma elettorale del Partito Comunista Portoghese (tradotto da l’Avante N.º 2166, 4 Giugno 2015)
a cura della Redazione
"Il cammino non passa per la trasformazione dell'alternanza in alternativa, per la farsa degli scenari ‘diversi’ e/o per l’invenzione politico-mediatica di un'alternativa che è, di fatto, appunto solo la mera alternanza", ha sottolineato Agostinho Lopes, del Comitato Centrale del PCP deputato eletto nelle fila della CDU (la Coalizione Democratica Unitaria, composta da comunisti ed ecologisti) nel presentare gli obiettivi e gli assi principali del Programma Elettorale del PCP.
Noi facciamo oggi un passo in più nel percorso del Programma Elettorale del PCP per le Elezioni Legislative.
Non è un programma di “saggi”, senza per questo deprezzare il contributo specializzato. Ma ha come fondamento le lotte dei lavoratori e del popolo portoghese. Plasmato sul Programma del PCP, "Una Democrazia Avanzata - i valori dell’Aprile nel futuro del Portogallo" integra le iniziative di resistenza alla Troika e le misure alternative alle politiche di destra che sono state sinora portate avanti.
Il programma è stato arricchito con le iniziative di Acção Nacional della piattaforma “La forza del popolo per un Portogallo futuro – per una politica patriottica e di sinistra”, un coordinamento di 15 Tavoli Tematici ed incontri con dozzine di strutture economiche, sociali e culturali. Abbiamo anche lavorato sulle molte proposte arrivate in risposta all'appello fatto nel corso del primo Tavolo, il 10 Marzo scorso.
Il risultato sono le linee guida sulle quali si svilupperà il testo programmatico e di cui il Segretario Generale darà conoscenza pubblica.
La conclusione è prevista per il 7 Luglio con la presentazione del Programma Elettorale.
Farse
In questi giorni, abbiamo assistito ad un’esposizione politico-mediatica dei programmi elettorali, tradotta in due più grandi farse. Quella della richiesta di una presunta “credibilità economica” dei programmi elettorali che, allo stesso tempo, dà la massima copertura alla mistificazione delle “differenze” sostanziali tra i programmi del PS e della Coalizione PSD/CDS.
Il film comincia con la presentazione da parte del PS del Rapporto “una Decade per il Portogallo” che disegna lo scenario dell'evoluzione delle principali variabili macro-economiche tra il 2016 ed il 2020. E questa sarebbe una risposta all'altezza della Coalizione PSD / CDS che pochi giorni prima aveva presentato il suo programma/scenario nell’Assemblea della Repubblica, mascherato da Programma di Stabilità/Programma Nazionale di Riforme (PE/PNR)! Dopo alcuni documenti, la Coalizione non è stata da meno, chiedendo che la credibilità del Rapporto PS fosse esaminata dall'Unità Tecnica di Sostegno al Bilancio e dal Consiglio Superiore delle Finanze: l'inanità della richiesta è ridicola, ma è una buona misura per comprendere lo stato in cui ci troviamo.
Noi sappiamo che gli uni e gli altri si sono macchiati spesso del peccato delle infinite menzogne politiche ed elettorali ... ma ci sono dei limiti...
Conosciamo bene le promesse elettorali mai portate a termine. O peggio ancora , chi sale al governo a attua le misure nella direzione opposta a quelle stesse promesse fatte in campagna elettorale.
Noi sappiamo, e il popolo portoghese sa, delle proposte che PS, PSD e CDS fanno all'opposizione che, più tardi, negano quando sono loro a essere al governo, o viceversa... (Solamente un esempio: nel 2007, il governo del PS, quando era ministro António Costa, cancellò il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; nel 2012 il PS ha bocciato in Parlamento il paragrafo di un Progetto di Legge del PCP che proponeva la ricostruzione del Consiglio; ora nel Programma Elettorale presentato, il PS risuscita il Consiglio Superiore di Lavori Pubblici! Con che faccia?).
Noi conosciamo gli scenari macro-economici dei Bilanci dello Stato che non sono mai certi! Anche con revisioni successive, rettificazioni lungo l'anno. Noi sappiamo, più in generale, che loro hanno solamente un obiettivo, e cioè stabilire il valore dei tassi di inflazione per giustificare il congelamento di salari e pensioni. Noi conosciamo i successivi e fallimentari risultati degli obiettivi macro-economici della Troika e applicati da PSD / CDS e PS.
Quale era la previsione della Troika, nel 2011, del rapporto tra Debito Pubblico e PIL per il 2014? 115,0%; ed è stato invece del 130,2%! E quale la previsione del rapporto Deficit di Bilancio / PIL? -2,3%;ebbene, è stato del 4,5 %! E, ancora, del tasso di disoccupazione? 12,0% e finirono, anche con tutti i trucchi statistici, al 13,9%!
Conosciamo l’orrore, teorico e pratico, dell’attività di governo pianificata dai governi che si sono succeduti con politiche di destra, e della loro fede nella "esuberanza irrazionale dei mercati". Noi sappiamo che, colpendo la sovranità e l'indipendenza nazionale, loro hanno ceduto strumenti fondamentali di amministrazione economica e finanziaria ai cosiddetti mercati e agli organi dell'Unione Europea, abdicando al controllo sulle principali variabili macro-economiche! Come unica variabile di aggiustamento economico su cui decidere, è rimasto solo il prezzo della forza lavoro di cui, infatti, hanno fatto un uso intensivo! Questo perché la gestione economica è stata fortemente condizionata/limitata dal Patto di Stabilità.
E sono questi partiti che ora presentano, per dare “credibilità” alle loro proposte elettorali, gli scenari pluriannuali dipendenti da variabili macro-economiche che sanno benissimo essere completamente fuori dal loro controllo attuale o futuro, che hanno ceduto alla gestione esterna e che governeranno vincolati, nel quadro complesso e caotico dell'economia europea e mondiale, conformemente agli interessi del capitale multinazionale e delle grandi potenze.
Come se la povertà dei numeri - indici, rapporti, percentuali - e dei modelli econometrici - i “fogli Excel - con i quali costruiranno questi scenari li possano assolvere dai vecchi peccati, come se fossero garanzia di "realismo ed obiettività", un'assicurazione per le loro promesse elettorali (coi numeri non si inganna...) e soprattutto come se potessero contrapporsi e fare la differenza… solamente perchè usano numeri differenti!
Di più della stessa cosa
Si noti, gli scenari non sono "politici" ma tecnici. "Si tratta di un rapporto tecnico", asseriscono, e questo da solo basta per ottenere una credibilità maggiore, non inquinata dalla politica.
E di conseguenza, il PS sceglie lo scenario della "credibilità rinforzata del progetto europeo" per contrapporsi alla "crisi europea profonda e prolungata", perché ci sono ( e qui cito) dei "movimenti di sinistra democratica in Europa" che dovrebbero “contribuire attivamente per rendere possibile, nel minor lasso di tempo, una soluzione politica che ponga fine all’instabilità vigente!" Notevole! La Francia di Hollande e l’Italia di Renzi, che si attengono ai programmi di austerità, proprio come accade qui, e ne somministrano ai greci una dose rinforzata, ebbene loro dovrebbero essere i segnali inequivocabili "di quei movimenti di sinistra"...
Inoltre, qualsiasi cosa faccia il Governo PSD / CD, il FMI e la CE non sono mai soddisfatti e chiedono più sangue. E siccome siamo in tempo di elezioni, quello che prima era il libro che i ministri tenevano sul comodino, ora è passato ad essere una carta per avvolgere le castagne...
Tutti questi scenari, di fatto scenari da teatrino elettorale che questi partiti hanno riproposto per lungo tempo, hanno una comunanza di obiettivi: contribuire ad un'altra farsa. Cioè quella delle presunte differenze programmatiche tra PS/PSD-CD! Di fatto viene nascosta l’identità fondamentale che accomuna tali opzioni per il Paese, occultando allo stesso tempo le vere cause e le responsabilità politiche che questi partiti hanno per il disastro che ha colpito il Paese. Creando la finzione che tali politiche responsabili della crisi, possano tirare fuori il Paese dalla crisi stessa.
Gli alti funzionari del PS non hanno per lungo tempo ammonito sulle responsabilità dell’ UE e dell'Euro in merito ai problemi seri che hanno colpito il Portogallo. La responsabilità delle politiche comunitarie nella crisi e del deficit produttivo. La responsabilità dell’ “architettura istituzionale dell'Euro". Un debito pubblico impagabile, che era necessario ristrutturare. Tutto è rapidamente svanito.
Noi abbiamo un Programma di 134 pagine dove le espressioni “debito pubblico”, “interessi sul debito pubblico”, “rinegoziazione / ristrutturazione del debito pubblico”, “debito estero”, “moneta unica”, “Patto di Bilancio”, “investimento pubblico”, “aumento/ congelamento/ aggiustamento salariale”, “salario minimo nazionale”, “salario e carriera delle Amministrazioni Pubbliche”, “disoccupazione giovanile”, non appaiono una sola volta!
Questi partiti, i loro governi, le loro comuni politiche di destra, hanno condotto il Paese ad uno dei periodi più bui della sua storia recente. I dati sulla situazione economica e sociale (ma anche su altre dimensioni della società) ritraggono una situazione di una brutalità paurosa. Perché non è solo il presente ad essere terribile ed a colpire oggi la maggior parte della popolazione (disoccupazione, tagli ai salari, pensioni, sostegno sociale, sanità, istruzione...), ma, sulla base di molti dati e informazioni, noi diciamo che anche il futuro è minacciato! E’ questo che preannuncia la crisi demografica di un Paese che si dissangua a causa dalla emigrazione di migliaia di giovani, in buona parte altamente qualificati; il degrado delle infrastrutture e dei mezzi produttivi per la brusca caduta degli investimenti, con una crescita negativa di formazione di capitale fisso netto; l’indebolimento del tessuto economico, già agonizzante di suo, con un record di chiusure delle aziende ed una situazione di indebitamento brutale ed uno Stato distrutto, in molti dei centri di sua competenza e conoscenza, impoverito di risorse umane, destrutturato e demoralizzato.
L’alternativa a questa nota ricetta
Questo è il risultato delle scelte politiche di PSD, CD e PS, da circa 40 anni a questa parte.
Scelte politiche incarnate nei processi di privatizzazione e liberalizzazione, di ricostruzione dei gruppi monopolistici e dell'integrazione capitalistica europea, del Trattato CEE sul patto di Bilancio.
Scelte politiche che, nel contesto della fase acuta della crisi strutturale del capitalismo (2008/2009), hanno trasformato la crisi economica e sociale del Paese che si trascinava fin dall'inizio del secolo, in una crisi del debito pubblico dello Stato portoghese, detto “debito sovrano”. Crisi che si sono approfondite e che hanno pervaso l’intera vita nazionale. Crisi che hanno avuto come risposta dal governo PS, con l'appoggio di PSD e CD, tre PEC (Programa de Estabilidade e Crescimento) nel 2010 e 2011 e che sono state fallimentari, come era inevitabile. Così sono state aperte le porte al patto di aggressione della Troika - CE, BCE e FMI- su stessa richiesta di PS, PSD e CD che hanno attivamente partecipato al film di aggressioni ed orrori politici, economici, sociali e culturali che il Paese ha vissuto negli ultimi quattro anni!
Film ben tradotto dai livelli di distruzione del settore produttivo e della produzione nazionale. Tra il 2001 ed il 2014 la crescita del PIL reale è stata pari a zero. Gli unici a essere cresciuti sono stati solo il settore finanziario e quello immobiliare. L’industria è regredita, accentuando il processo di deindustrializzazione. La produzione agricola ristagna. Il settore edile sta per implodere. L’investimento è in drastico calo. Con il PEC ed il patto di aggressione si è verificata una riduzione violenta dei salari, delle pensioni e della spesa sociale, ed una contrazione enorme del mercato interno. Tra il 2007 ed il 2015, 340 mila aziende sono scomparse, il 27 percento delle quali esistevano dal 2007. Distruggendo 600mila posti di lavoro.
Scelte fatte dal PSD, CDS e PS che il PCP ha da tempo denunciato e risolutamente combattuto in tutti i momenti cruciali della vita politica del Paese negli ultimi quattro decenni - l'adesione alla CEE, revisioni costituzionali, le successive revisioni di leggi sul lavoro, le privatizzazioni, l'approvazione del Trattato di Maastricht, l’adesione all'euro, l'approvazione del Trattato di Lisbona e il Patto di Bilancio. Scelte che PS, PSD e CD hanno sostenuto, sia al governo che all’opposizione, e che hanno trasformato nelle politiche della Repubblica, quando non le hanno inserite per iscritto nella Costituzione.
Tra l'altro, sono state le scelte di classe dei governi successivi per il grande capitale nazionale e straniero; per il deprezzamento del lavoro e dei lavoratori; per la mutilazione e la sovversione delle politiche sociali e la riconfigurazione neoliberista dello Stato; per l'integrazione capitalista europea, con l'aiuto entusiasta ai salti successivi qualitativi, senza nessuna consultazione coi portoghesi tramite un referendum o alcuna valutazione delle loro conseguenze per il Paese; per la sovversione della Costituzione della Repubblica Portoghese.
Il disastro economico, la regressione sociale, le difficoltà del futuro hanno dei responsabili politici. Non permettiamo che il popolo portoghese venga illuso e fuorviato.
Il cammino non passa per la trasformazione dell'alternanza in alternativa, per la farsa degli scenari ‘diversi’ e/o per l’invenzione politico-mediatica di un'alternativa che è, di fatto, appunto solo la mera alternanza, l’esatta continuazione delle politiche che hanno causato il disastro…
Il cammino passa attraverso la rottura con le scelte politiche centrali! Senza rottura ci sarà continuità ed alternanza. Non ci sarà politica alternativa né alternativa politica.
Obiettivi
Affermare un Portogallo libero e sovrano, un Paese che comanda il suo destino, un popolo che costruisce il proprio futuro.
A coloro che vedono come solo futuro del Paese quello della sovranità sorvegliata e imbavagliata, il PCP si contrappone rivendicando un cammino di indipendenza e di dignità nazionale.
Rivendicare il Portogallo come nazione libera e sovrana, esige la rottura con le dipendenze esterne, la riduzione dei disavanzi strutturali e il recupero di uno sviluppo sovrano.
Rinegoziazione del debito come imperativo nazionale. Una rinegoziazione del debito diretto dello Stato, in particolare corrispondente al prestito della Troika, con una riduzione pari ad almeno il 50% del valore nominale, unitamente alla rinegoziazione dei termini e degli interessi, al fine di ridurre i costi del servizio del debito del 75 % che, combinato con un pagamento che abbia come riferimento il valore delle esportazioni, consente di liberare più di 6 miliardi di euro all'anno da destinare agli investimenti pubblici, ai servizi sociali dello Stato, alla dinamizzazione dell'economia.
Liberazione del Portogallo dal potere dei gruppi monopolistici, mediante la ripresa del controllo pubblico dei settori strategici (dalle banche all'energia), trasformandoli in leve per lo sviluppo ed il miglioramento della competitività e per rallentare la fuga di capitali, canalizzandoli
per l'investimento interno.
Liberazione dalle costrizioni esterne imposte mediante l'Unione Europea, in particolare con lo studio e la preparazione del Paese perché si liberi dalla sottomissione all'euro e recuperare per lo Stato strumenti di sovranità come sono il potere monetario, di bilancio o cambiario.
Garantire la ricostruzione di un Paese sviluppato e solidale, dove i lavoratori e le persone trovino piena risposta alla realizzazione dei loro diritti e delle loro aspirazioni. Cosa che presuppone:
Difesa e valorizzazione dei settori produttivi e della produzione nazionale, una strategia di reindustrializzazione e di sviluppo dell'agricoltura e della pesca, sostegno alle attività di micro, piccole e medie imprese...al posto della politica predatoria delle risorse nazionali che soffoca il potenziale economico, il PCP contrappone una politica basata su un aumento degli investimenti pubblici e privati, un cambiamento nella gestione dei fondi UE e nelle politiche di formazione, di ricerca e di sviluppo tecnologico, di credito, energia e il commercio estero. Promuovere l'occupazione, garantire un'equa distribuzione della ricchezza, valorizzando i salari e i diritti è un imperativo di una politica patriottica e di sinistra che ha messo le condizioni di vita dei lavoratori al centro del suo intervento.
Promozione della stabilità di lavoro, portando a termine e rafforzando il diritto al lavoro e la sicurezza sul lavoro previsti nella Costituzione della Repubblica Portoghese, garantendo che a categorie di lavoro permanenti corrispondano dei legami di lavoro effettivi, come pure eliminando tutte le forme di precarietà.
Assunzione di uno Stato al servizio del popolo, che, nel dare compimento alla Costituzione della Repubblica, renda effettivi i diritti sociali e garantisca i diritti alla sanità, all'istruzione ed alla protezione sociale, nonché promuova la cultura.
Un'amministrazione e dei servizi pubblici efficaci e al servizio del Paese, un governo efficace e una gestione pianificata, una politica fiscale equa, una politica di bilancio con intervento positivo nei cicli economici.
Una politica fiscale che garantisca le entrate pubbliche necessarie perché lo Stato rispetti le proprie funzioni sociali.
Difendere e riqualificare il Servizio Sanitario Nazionale, garantire l'accesso alla salute e promuovere a questo fine dei canoni di utenza, garantire i medici di famiglia a tutti i portoghesi, la sostituzione del diritto di trasporto a pazienti non urgenti.
Dare particolare attenzione alla questione dei diritti delle donne potenziando la loro partecipazione ai processi di uguaglianza, agli anziani ed ai pensionati creando condizioni di vita stabili e degne, ai giovani ed alle nuove generazioni garantendo loro il diritto inalienabile di trovare nel loro Paese la realizzazione dei loro sogni, dei loro progetti e delle loro vite.
Queste, così come altre priorità sul piano della protezione sociale, reclamano una risposta al livello del finanziamento della Sicurezza Sociale, così come le opzioni in termini di benessere sociale.
L'adozione di misure, tra l'altro, che garantiscono il compimento integrale delle riduzioni per la Sicurezza Sociale sulla base del TSU e della diversificazione delle fonti di finanziamento attraverso il Valore Aggiunto Liquido creato dalle imprese.
Garantire un Paese coeso ed equilibrato, basato su un assetto territoriale e su una politica ambientale che rivitalizzi e preservi le condizioni di vita della popolazione. Sulla base di un forte governo locale, regioni amministrative con una struttura amministrativa decentrata, uso razionale delle risorse, tutela del patrimonio naturale e paesaggistico e dell’edilizia. Concretizzazione che esige una politica d'investimento con forte impatto sul territorio, il rispetto per l'autonomia amministrativa e finanziaria degli enti locali, lo sviluppo delle reti di infrastrutture e dei servizi pubblici.
Affermazione di un Portogallo libero e democratico, basato sul rispetto dei diritti e delle libertà e sul rispetto della Costituzione.
Un obiettivo che richiede la difesa del regime democratico, con l'approfondimento dei diritti, delle libertà e delle garanzie e il rafforzamento della partecipazione dei cittadini alla vita politica, il rispetto per la separazione dei poteri, una magistratura indipendente, democratica, accessibile e uguale per tutti, una lotta risoluta alla corruzione ed alla criminalità economica, una lotta contro la promiscuità tra il potere economico e quello politico.
Oltre ad una politica di difesa nazionale e delle forze armate al servizio della sovranità nazionale e dell'indipendenza che garantisca il rispetto del principio costituzionale di separazione tra le Forze Armate e la sicurezza interna ed una politica di sicurezza pubblica che difenda la tranquillità ed i diritti dei cittadini.
Una politica economica al servizio dei lavoratori e del popolo, basata sulla crescita economica, sullo sviluppo della produzione nazionale e sul pieno impiego.
Valorizzazione del lavoro e dei lavoratori, oggetto e condizione dello sviluppo e del progresso sociale.
Assicurare il benessere dei portoghesi con più salute e protezione sociale.
Iscrivere l'istruzione, la cultura e la ricerca nella costruzione del futuro.
Rispettare la Costituzione della Repubblica Portoghese, nella difesa e nella valorizzazione del regime democratico, nella garanzia dei diritti dei cittadini e della giustizia democratica.
La sovranità e la cooperazione come elementi centrali dell’affermazione di un Portogallo giusto e sviluppato, in una Europa di Paesi di eguali diritti, in un mondo di pace.