Il Washington Post il giorno dopo la vittoria di Syriza, mostra Alexis Tsipras attorniato da bandiere di Rifondazione Comunista. Le paure dell’imperialismo USA e il segnale alla Merkel e alla Troika. Se il nuovo governo di Syriza continuerà a tenere prima alle persone che alle compatibilità di sistema, non ci sarà scampo per chi fino ad oggi si é arricchito sulla pelle del popolo greco.
“Grecia chiama Italia”. La home page del Washington Post il giorno dopo la vittoria di Syriza, che raggiunge con il 37% dei voti circa, mostra un sorridente Alexis Tsipras attorniato da bandiere di Rifondazione Comunista. La copertina di uno dei più prestigiosi quotidiani USA evoca forte e chiara la paura dell’imperialismo americano di un ritorno dei comunisti e di una politica “sociale” europea che sembrava seppellita per sempre.
Riconoscimento dello Stato di Palestina e no alle sanzioni alla Russia sono, infatti, i primi provvedimenti di politica estera adottati dal governo di Tsipras che nei giorni precedenti al voto aveva più volte annunciato alla delegazione italiana la volontà di concludere un accordo con tutte le forze antifasciste e anti-memorandum, a partire proprio dagli euroscettici di ANEL e i “cugini” comunisti di KKE (va infatti ricordato che buona parte dell'attuale gruppo dirigente di SYRIZA proviene dalla storia della sinistra comunista greca, frammentata almeno quanto quella italiana).
Ma se in quest'ultimo caso una convergenza é stata esclusa, salvo che sui singoli provvedimenti, l'accordo con ANEL ha garantito il raggiungimento di quella maggioranza parlamentare che a SYRIZA é mancata per pochi seggi.
Per noi che eravamo in Grecia con la “Brigata Kalimera”, una forte affermazione del partito di sinistra era già nell'aria nel primo pomeriggio, quando i primi exit poll, riservatissimi, cominciavano a circolare tra i dirigenti meglio informati e arrivavano alle nostre orecchie. Ma quando sono stati annunciati, alle 19 locali, la sede del comitato elettorale é esplosa in un boato di gioia, subito dopo sovrastato dall'onnipresente “Bella Ciao”, versione dei Modena City Ramblers, vera e propria colonna sonora di questa campagna elettorale condotta con estrema dedizione da militanti e simpatizzanti del partito.
Se il centro della città era tappezzato di manifesti, i quartieri popolari sono stati al centro del lavoro politico di SYRIZA in questi anni. Nella visita della delegazione italiana, infatti, abbiamo visto come interi quartieri si siano autorganizzati per resistere ai tagli allo stato sociale voluti dalla Troika, a partire da quelli sulla sanità: se in Italia infatti il processo di smantellamento della sanità pubblica é partito soprattutto negli ultimi mesi, in Grecia si tratta di un’operazione già in stato molto avanzato. E avviene così che operatori sanitari e medici che non si rassegnano all'idea di una salute per soli ricchi, diano origine ad ambulatori popolari. Specializzati soprattutto nei servizi odontoiatrici e nella diagnostica dei tumori, vale a dire quei settori dove più si sente la disuguaglianza di classe. E invece, nelle strutture di solidarietà si accoglie tutti gratuitamente, migranti compresi, i quali all'inizio rappresentavano la maggioranza degli utenti, prima che la crisi costringesse a farvi affidamento un sempre maggiore numero di greci, che oggi rappresentano i 2/3 del totale dei pazienti. “Qui si fa solidarietà, non carità” ci tengono a precisare i medici. E infatti la gestione dell'ambulatorio é assembleare, e parte dall'idea che la solidarietà dal basso é un modo per resistere alla crisi dello stato sociale, non per sostituirsi ad esso: “noi vorremmo chiudere il prima possibile”, conclude scherzosamente la responsabile di un ambulatorio.
Dello stesso tenore, la visita alla mensa popolare. Recuperando offerte alimentari dai clienti in uscita dei supermercati, si riesce a fornire pasti a chi altrimenti non avrebbe neppure i soldi per mangiare. E se l'80% dei volontari sono anche utenti della struttura, il responsabile fa notare come diversamente da quanto fa la chiesa ortodossa, qui l'elemento fondante non sia quello della carità, ma quello dell'autorganizzazione popolare. Autorganizzazione che, del resto, ha solide radici storiche nel quartiere di Exarchia, anarchico e antifascista fino alle fondamenta, sede dell'ormai celebre Politecnico, da cui partì l'insurrezione contro il regime dei colonnelli e che tuttora presenta spazi occupati permanentemente da collettivi anarchici e dalla KNE, l'organizzazione giovanile del Partito Comunista. Tanto che, fino a pochi anni fa, la legge vietava alle forze dell'ordine l'ingresso all'interno delle Università, considerate vere e proprie zone franche.
L'abolizione del diritto di asilo negli atenei, é stata duramente combattuta dal movimento studentesco in ogni sua componente. Tanto che, il suo ripristino, é stato indicato come vera e propria priorità democratica dai giovani di SYRIZA, nel corso dell'incontro tra le organizzazioni giovanili della Sinistra Europea, tenutosi nella sede centrale del partito. Presenti per l'Italia i Giovani Comunisti, che dopo aver subito la recente scissione di un pezzo di gruppo dirigente, si preparano ad affrontare una nuova Conferenza Nazionale all'insegna del rilancio dell'organizzazione, e che in Grecia hanno trovato un'occasione per rinsaldare i propri contatti internazionali.
Del resto, la presenza dei giovani di Die Linke nella piazza della vittoria di Tsipras lancia un messaggio chiarissimo alla signora Merkel: la favola secondo cui gli interessi del popolo tedesco sono in contrasto con quelli del popolo greco, non regge più. Sono gli interessi di padroni e speculatori a contrastare con quelli di tutti i popoli europei.
Se il nuovo governo saprà sfuggire alla tentazione di mettere le compatibilità di sistema prima delle persone, non ci sarà scampo per chi fino ad oggi si é arricchito sulla pelle del popolo greco.