La vittoria di Syriza e le primissime innovazioni di Tsipras. L’alleanza con Anel. Il “nein” della Merkel. Podemos e il suo leader, Pablo Iglesias. La storia del movimento dagli Indignados. Le differenze fra Podemos e i 5stelle di Grillo. Il pensiero di Ernesto Leclau, filosofo argentino Elezioni in Spagna nel 2015. Podemos favorito nei sondaggi.
Podemos e Syriza, impossibile scollegarli ora. Impossibile parlare della Grecia e dei mutamenti appena avvenuti e che avverranno, senza dare attenzione a ciò che sta accadendo in Spagna con “Podemos”, il movimento sorpresa delle ultime elezioni europee che i sondaggi danno come prima forza politica del paese con oltre il 25% dei consensi. E il sud-Europa che si sta rivoltando contro le politiche neoliberiste, contro l’austerity.
E prima di guardare a Podemos e alla sua auspicabile affermazione al parlamento spagnolo con le elezioni del 2015, impossibile non parlare della Grecia e del trionfo di Syriza che é oggi il primo partito nella capitale ellenica. E del suo leader, Alexis Tsipras, il primo ministro. Il “gaudium” é ancora vivo ad Atene e su tutta la penisola di Omero. Una vittoria annunciata che ha sfiorato la maggioranza assoluta con quel 36,3% raggiunto il 25 gennaio, che assicura al partito di Tsipras 149 seggi su 151 e a lui la carica di primo ministro. Scelta coraggiosa e contestata di Alexis, per completare i seggi, la richiesta di alleanza con Anel, formazione di destra. Una scissione del partito di Samaras, anti memorandum e anti-troika.
Intanto esulta il popolo greco che ha votato il partito dei poveri, di chi il lavoro lo ha perso, di chi non é stato riconosciuto dallo stato nei primari diritti.Tsipras ha vinto perché politico capace di rinnovamento, di modernità e ha portato Syriza (acronimo di coalizione della sinistra radicale, in italiano) fra la gente, nelle piazze, vivendo in prima persona il conflitto sociale. Grazie all’associazione “Solidarity for all”, ha coperto l’enorme voragine, degna figlia degenere di uno stato degenere che ha affamato i suoi cittadini e ha tolto loro i primari diritti. Mense popolari, farmacie e ambulatori, scuole per tutti, sostegno alle fabbriche chiuse per fallimento che sono state riaperte e autogestite dagli operai che avevano perso il lavoro, utenze riattivate e sportelli lavoro. Chi era allo stremo e alla totale indigenza ha trovato conforto e ha dato fiducia e voto a Tsipras.
E ora? Cosa farà Alexis da primo ministro? Quali le prime leggi a favore del popolo? Alla sua prima riunione di governo ha assicurato di “non voler rompere con i creditori internazionali, ma di non voler accettare una politica di subordinazione” dichiarando anche “il nostro obiettivo é la riduzione del debito” e descrive il suo governo come “governo di salvezza sociale, la cui massima priorità é affrontare la crisi umanitaria nel paese”. E in soli due giorni di governo una spending review eccezionale con riduzione di ministri da 19 a 11, tagli alle auto blu, segreterie, telefonini e agenti di scorta. Ma dalla Germania arriva il secco “nein” della Merkel su ulteriori sconti ad Atene sul debito, con la motivazione “Non hanno risarcimenti sino al 2020 e i tassi sono già bassissimi”.
Sugli ormai certi grandi cambiamenti nell’Ellade, si sviluppano a sud-ovest del continente, in Spagna, altrettanti movimenti contro l’austerity promossi da “Podemos”, una formazione di sinistra “oltre la sinistra”. Nasce dalla rivolta contro la casta politica e corrotta ed é figlio degli “Indignados”, quella corrente che, nel 2011, ha visto ben 58 città spagnole, in un’enorme manifestazione alla “Puerta del sol” di Madrid. Gemello di “Occupy Wall Sreet”, con il quale condivide anche un obiettivo: maggioranza politica non solo al 51%, ma al 99% contro l’1% della casta, dell’oligarchia antidemocratica. E nel 2014 si costituisce “Podemos” e si afferma con le elezioni europee, grazie soprattutto al suo leader carismatico, Pablo Iglesias. “El coleta” (il codino), lo chiamano affettuosamente i suoi seguaci, per via del codino che porta da quando aveva 15 anni. Chi é Iglesias e soprattutto com’é riuscito a creare tanti consensi nel giro di un anno? Chi lo segue ne tesse infinite lodi. È persona di grande cultura con un profilo accademico doc. Professore di scienze politiche all’Università di Madrid. Giornalista, provetto nella comunicazione, tanto da saper contestare gli esponenti del ceto del potere del Pp e del Psoe in diretta televisiva. È sostenitore della rete come strumento di democrazia dal basso. Per tutte queste caratteristiche la sua leadership viene associata all’italiano movimento5s. Ma le differenze sono sostanziali. Il programma, pur avendo respinto l’etichetta di sinistra riferendosi esclusivamente a quella sinistra con militanza sclerotizzata e autoreferenziale, punta in modo palese alla lotta antifascista e a antirazzista. Alla difesa dei diritti dei migranti.
In Europa fa parte del Gue e ha stretto alleanza con Syriza, con la quale condivide tutti gli obiettivi. Grillo-Casaleggio si sono, invece, rivolti a Farage, leader britannico, fondatore dell”Ukip, con tendenze xenofobe. “Di unire la sinistra non me ne importa nulla, noi siamo per l’unità popolare” così Iglesias. Preferiscono, i sostenitori del movimento, ripartire da zero, sulla linea di un’ideologia che coniuga Gramsci a Ernesto Leclau, il filosofo argentino e teorico populista scomparso nel 2014. Secondo Leclau bisogna recuperare il termine populista, abbandonato da una sinistra incapace di affrontare i fantasmi del proprio passato e reinterpretato in chiave razzista dalle destre europee. Considerando che “el pueblo” in sud America ha una accezione positiva rispetto a quella europea ed é soggetto politico, titolare di un potere costituente. “Saranno gli esterni al sistema, gli emarginati, i derelitti, quelli che abbiamo definito eterogenei, a risultare decisivi alla costruzione di una frontiera antagonista” così scrive Leclau su “Ragione populista”. E sul marxismo “ Io non ho ricusato il marxismo. È successo qualcos’altro. È il marxismo che é andato in pezzi. Io mi tengo aggrappato alle sue schegge migliori”.
Si somigliano molto. Sono giovani, hanno carisma, sono in ascesa e rappresentano un punto di riferimento per la sinistra europea. Entrambi iscritti a Bruxelles, nel Gue. Hanno grandi affinità, ma anche profonde differenze. Il greco é a capo di un partito classico della cosiddetta sinistra radicale, marxista ed ideologica, che ha saputo rappresentare un’alternativa credibile agli occhi degli elettori durante i pesanti tagli imposti dai memorandum. Podemos invece é un animale più anomalo, un neonato partito che non vuol sapere nulla del passato e di concetti come destra e sinistra, piuttosto basso contro alto, cittadini contro casta, 99 per cento vs 1 per cento. Differenze che in Europa si assottigliano fino a sparire. C’é piena sintonia infatti nel contrasto sulle politiche di austerity dettate dalla Troika. Un progetto comune di Europa federalista, solidale e dei popoli”.
E li abbiamo visti ad Atene, abbracciati sul palco ad esultare tra tanta gente disperata che ci crede nel cambiamento. Alexis l’ha spuntata nel raggiungere quel fantastico 36,3 %. Ora a lui e ai suoi ministri gli oneri di realizzare il programma con la speranza che l’establishement finanziario europeo, a cui Tsipras sicuramente non piace, lo faccia lavorare per la sua Grecia, ma anche per creare l’altra Europa. Per Pablo Iglesias e per la sua Spagna, ci sarà da attendere le politiche di novembre prossimo. Ma già i sondaggi dicono di Podemos: ”Se si votasse oggi la sinistra radicale sarebbe il primo partito in Spagna, finirebbe così il bipolarismo di popolari e socialisti”.
In mezzo a Iglesias e Tsipras c’é l”Italia, ma solo geograficamente. Non ce la fa ancora a cambiare e manca all’appello. Forse non s’indigna abbastanza, forse manca il coraggio di farlo. Ma questa é un’altra storia. Una storia disordinata che non trova ancora le directory per conformarsi ai movimenti che stanno cambiando la politiche in Spagna e Grecia e la vita dei cittadini di questi paesi.
Bibliografia:
“Tsipras chi” Il leader greco che vuole rifare l’Europa
“Podemos” la sinistra spagnola oltre la sinistra
(ed. Alegre)
Due saggi, quanto mai attuali ed esplicativi sulla nascita di Syriza e di Podemos e sui due leader, Pablo Iglesias e Alexis Tsipras. Di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena.
Il 24 gennaio il libro “Podemos” é stato presentato alla “biblioGramsci” (circolo prc terzo municipio). Giacomo Russo Spena, nel corso della presentazione, ha mirabilmente descritto la nascita e gli sviluppi del movimento spagnolo, confrontandolo con Syriza.