Anche Torino ringrazia Cuba

I ringraziamenti fanno piacere ma non bastano: occorre richiedere la cessazione del Blocco degli Stati Unito contro Cuba.


Anche Torino ringrazia Cuba

A luglio 2020, per la prima volta nei suoi 132 anni di esistenza, sopra la Mole Antonelliana è stata proiettata una bandiera straniera. Tale monumento - che dal 1889 al 1908 è stato la più alta costruzione in muratura del mondo con un'altezza totale di 167,35 metri - è stato depositario della gratitudine delle autorità torinesi per i servizi di volontariato dei cooperanti cubani della Brigata medica Henry Reeve per sconfiggere il Covid -19 insieme ai loro colleghi italiani.

Su uno dei quattro lati della cupola si è potuto leggere il testo "Grazie Cuba", supportato dalle immagini della bandiera nazionale e quella di una stretta di mano a forma di cuore.

I 38 membri della brigata - 20 medici e 18 infermieri abilitati provenienti da 12 province cubane, tutti con più di dieci anni di esperienza - hanno lavorato per tre mesi senza interruzioni in un ospedale adattato nel centro di Torino, Officine delle Grandi Riparazioni (OGR), attivato solo per l'emergenza di COVID-19.

L'84,2% dei collaboratori che compongono la brigata hanno svolto missioni internazionali, e nel contingente di Henry Reeve, 16 lo hanno fatto in Sierra Leone, Guinea Conakry, Liberia, Figi, Pakistan e Mozambico. I sanitari cubani hanno curato a Torino 177 pazienti nella zona rossa, accumulato un totale di 5.210 ricoveri ospedalieri, 2.918 pazienti trattati e 81.019 procedure infermieristiche, e salvato 21 vite.

L'illuminazione eccezionale della Mole viene effettuata per celebrare eventi molto speciali, ed è la prima volta che per l'occasione debutta un’immagine di una bandiera straniera su proposta dei promotori dell'iniziativa: l'Agenzia per gli Scambi Culturali ed Economici con Cuba (AICEC) e l'Ambasciata di Cuba in Italia con il patrocinio della città di Torino e della società elettrica locale IREN.

Non basta il ringraziamento, occorre richiedere la cessazione del Blocco degli Stati Unito contro Cuba.

Da Potere al Popolo di Torino c’è un contundente messaggio riguardante l’illuminazione della Mole Antonelliana per ringraziare i medici e gli infermieri cubani. Nel testo viene sottolineato il gesto incredibile se visto da paesi capitalisti dove regna il mors tua, vita mea, il si salvi chi può, il prima i nostri (ma ci sarebbe sempre da chiedersi questi nostri chi siano) interessi. Si riconosce il “gesto carino da parte della città di Torino, ma ci piacerebbe – mette in risalto Potere al Popolo – che si andasse oltre i gesti simbolici. Ci piacerebbe, come abbiamo chiesto nella lettera consegnata alla sindaca Chiara Appendino due mesi fa, che chi governa la nostra città prendesse una posizione ferma contro l'embargo violento con cui gli USA vorrebbero strangolare il popolo cubano: significa impossibilità di intrattenere rapporti con altri paesi, difficoltà ad acquistare beni che non possono essere prodotti all'interno del paese, conti all'estero bloccati, significa un popolo costretto a rimanere povero perché ai dominatori del mondo non piace avere un'immagine reale di come potrebbe essere una società più giusta proprio vicino a casa. Un atto di solidarietà, la richiesta della cessazione dell'embargo, che sarebbe dovuto verso chi, nonostante le difficili condizioni nel suo paese, ha saputo costruire un servizio sanitario all'avanguardia e non esita a metterlo a disposizione del mondo intero, compresi quegli Stati Uniti che sono i principali responsabili della povertà di Cuba”.

Il contributo di Cuba alla lotta contro il Coronavirus.

Ad oggi, 42 brigate del contingente di Henry Reeve sono partite da Cuba per 35 Paesi, di cui 39 sono ancora attive in 33 nazioni. Queste 39 Brigate, che comprendono 3.284 professionisti, sono composte attualmente da 1.637 collaboratori che trattano i casi positivi del COVID-19; di questi, 1.338 sono in zone rosse e 85 nei centri di isolamento. Hanno curato un totale di 218.715 pazienti, salvato 7.529 vite e riportato 912 decessi.

Nelle 58 brigate mediche dispiegate in vari Paesi, che già  lavoravano insieme prima della pandemia, 925 collaboratori stanno trattando casi confermati di COVID-19, 638 nella zona rossa e 71 nei centri di isolamento. Hanno curato 74.595 pazienti, con 13.338 vite salvate e 2.854 morti.

I medici cubani sono stati salutati in Italia "con grande riconoscimento e grande apprezzamento", ha spiegato l'Ambasciatore cubano a Roma, José Carlos Rodríguez Ruíz. Al capo della Brigata, il dottor Julio Guerra Izquierdo è stata concessa la cittadinanza onoraria di Torino.

Per quanto riguarda la situazione a Cuba, secondo le autorità, la chiave del successo nell'affrontare una malattia divenuta pandemia con 14.971.036 casi confermati nel mondo dall'inizio dell'epidemia e 618.017 morti è stata l'implementazione di una strategia globale che combina la sorveglianza epidemiologica attiva, le misure di isolamento della popolazione - anche se senza quarantena, tranne dove si sono verificati eventi di trasmissione localizzati - l'ammissione obbligatoria di sintomi, contatti e sospetti (anche asintomatici) e le cure mediche che non hanno risparmiato le risorse a loro disposizione per la cura dei malati. E all'interno di queste risorse, i prodotti cubani di biotecnologia sono stati protagonisti indiscussi.

Italia e Cuba, Cuba e l’Italia sempre unite per le relazioni storicamente ancestrali!

01/08/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Carmen Oria

Giornalista cubana, corrispondente del Canal Caribe - Sistema Informativo della TV cubana, critico d’arte e gerente culturale, laureata alla Facoltà di Giornalismo dell’ Università di L’Avana, con vasta esperienza nei diversi linguaggi dei mass media come agenzia di stampa, radio, web e TV. Per quasi tre decenni è stata una professoressa universitaria. Vive tra Roma e L’Avana e pubblica come collaboratrice nei diversi webs cubani, latinoamericani ed italiani; anche nei giornali e riviste.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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