Di quest'esperienza che si è attivata abbiamo già parlato anche negli scorsi numeri del giornale. Proseguono le video-assemblee, organizzate on line, la prossima si terrà il 9 maggio ore 16 (vedi qui le info). Ne parliamo con alcuni dei promotori dell'assemblea autogestita dei lavoratori e lavoratrici degli appalti, a cui aderiscono anche delegati\e, lavoratori\trici delle organizzazioni sindacali Cobas, Cub e Sgb.
D. Perchè parlate di lavoratori invisibili?
R. Il nostro obiettivo è chiaro ossia organizzare iniziative a tutela della forza lavoro invisibile e sfruttata: invisibile perché, da anni, nessuno ha mai fatto i conti con il sistema degli appalti gestiti con riduzione del budget, diminuzione delle ore contrattualizzate, servizi sempre più' carenti. Noi abbiamo preso atto delle divisioni in ambito sindacale che alla fine impediscono di costruire una vertenza complessiva su scala nazionale. Non possiamo sostituirci alle organizzazioni sindacali ma avere almeno una funzione propositiva e di stimolo partendo anche dal bisogno di ripensare il ruolo dei delegati RSU che dovrebbero guardare anche agli appalti e non solo ad ambiti ristretti che sovente si limitano ai settori di appartenenza.
D. Quali sono allora i punti salienti emersi dall'assemblea ?
R. Proviamo ad andare per punti:
- La necessità di rimettere in discussione il codice degli appalti per impedire il subappalto che decreta sempre perdita di salario e diritti. In giro per il Paese il sistema dei subappalti ha determinato anche situazioni di illegalità o di precarietà. Un subappalto spesso sfugge ai controlli che il più delle volte avvengono da parte dei committenti solo sul capitolato e sui servizi erogati senza mai guardare alle condizioni in cui opera la forza lavoro, ai contratti, alle ore settimanali.
- Alla luce di queste considerazioni è necessario rivedere tutti gli appalti legati a igiene e sanificazione di ospedali, Rsa e luoghi pubblici per incrementare la spesa, accrescere gli interventi, aumentare retribuzioni e contributi per queste lavoratrici, dotandole di tutti i dispositivi di protezione individuali necessari a tutela della loro salute e sicurezza. Corre l'obbligo per il Committente di vigilare direttamente sulle ditte appaltatrici nel rispetto dei protocolli e delle normative a tutela della salute e sicurezza della forza lavoro. Questi controlli sono spesso inesistenti.
- Rimettere mano agli appalti pubblici. Noi abbiamo l'esempio eloquente della refezione al comune di Pisa con lavoratrici, da anni, impiegate due ore al giorno, senza garanzie e tutele reali. L'obiettivo è che i futuri contratti siano tutti al di sopra delle 15 ore settimanali, una soglia minima un tempo esistente in alcuni contratti e poi dimenticata con la complicità dei sindacati firmatari di contratto. Chi è disponibile a costruire questa vertenza non potrà più' nascondersi.
- In queste settimane gli Enti pubblici hanno rinunciato a riorganizzare le modalità di erogazione dei servizi, ad esempio l'articolo 48 del Decreto Cura Italia permetterebbe a committente ed appaltatore questa facoltà che invece viene dimenticata nella stragrande maggioranza del Paese.
- Le mense scolastiche sono state gestite con grande contrazione dei costi del lavoro: spesso non si permette neppure al personale di fruire della pausa pranzo (salvo 5 minuti da recuperare) o si scarica sullo stesso incombenze spettanti in realtà alle ditte appaltatrici che, ricordiamo, non retribuiscono la forza lavoro nei periodi esclusi dal calendario scolastico. L'obiettivo è di assicurare non solo un monte ore minimo settimanale ma la copertura salariale e contrattuale per l'intero anno solare.
- Altro aspetto dirimente riguarda la costruzione di un coordinamento tra i lavoratori degli appalti nei musei e nella cultura visto che gran parte della forza lavoro è alle dipendenze di cooperative. Non sappiamo quando saranno riaperti musei , teatri e attività culturali, i contratti a tempo determinato sono stati sospesi, non si sa fino a quando questa situazione di paralisi possa durare; intanto molte aziende non hanno neppure anticipato gli ammortizzatori sociali, riducendo oggi tante lavoratrici e lavoratori di questo settore alla fame. Sui precari e sui contratti a tempo determinato occorre aprire una vertenza complessiva. Ricordiamo infatti che la fase due potrebbe tradursi nella distruzione di tanti posti di lavoro: ciò in conseguenza di una parziale riapertura delle strutture o di una riduzione del personale con la scusa del distanziamento sociale e con il minore flusso turistico. Siamo preoccupati dal fatto che si potrebbe addurre la assenza di servizi in alcune strutture, la impossibilità per le aziende di adattarsi alle normative di sicurezza e così' giustificare tagli al personale precario e non.
- La preoccupazione riguarda poi anche i lavoratori del trasporto su gomma consapevoli che le associazioni datoriali potrebbero addurre motivazioni per ridurre i servizi senza pensare a nuove forme di mobilità. Dobbiamo ripensare a come gestire i servizi per assicurare all'utenza e alla forza lavoro di operare in sicurezza.
- In tutti gli appalti domina insicurezza economica e salariale, la precarietà per anni è stata dominante e potrebbe ulteriormente rafforzarsi senza fornire certezze per garantire maggiore sicurezza ad operatrici, operatori e utenti. Un problema annoso che ad esempio riguarda gli appalti scolastici, con tante lavoratrici costrette ad assumere ruoli e competenze che non spetterebbero loro ma che assolvono perché i datori di lavoro tendono solo a risparmiare su personale e costo del lavoro.
D. In sintesi?
R. Bisogna incrementare le ore di lavoro settimanali: in tutti gli appalti domina la logica del ribasso che nel caso degli ospedali ha portato ai risultati a tutti noti.
Nell'ambito dei teatri, come in tutti gli ambiti. i lavoratori non solo vogliono lavorare in sicurezza ma partecipare alla progettazione delle attività future, il che non potrà avvenire escludendo i lavoratori e le lavoratrici dalle decisioni dirimenti per il loro stesso futuro. Nel settore degli appalti del trasporto aereo il rischio è che gli appalti scaduti possano anche non essere rinnovati, internalizzando nuovamente alcuni servizi ma senza personale, giusto per risparmiare i costi con aziende che per anni hanno accumulato enormi profitti e utili per gli azionisti.
Noi continueremo a supportare le vertenze locali, ma i sindacati, quelli di base in primis, cosa intendono fare?