Dopo lo stravolgimento del Decreto dignità annunciato dal Governo Meloni con innumerevoli deroghe demandate alla contrattazione sindacale, sarebbe indispensabile che il sindacato rifiutasse una volta per tutte accordi al ribasso miranti solo a rafforzare i contratti precari.
Una scelta del genere determinerebbe la rottura dell'alleanza di Cgil-Cisl-Uil, visto che sulle deroghe demandate alla contrattazione di secondo livello si è giocata la loro fortuna.
Il Governo Meloni non solo ha ridotto la platea dei beneficiari delle nuove misure di sostegno che sostituiranno il reddito di cittadinanza, ma anche la durata delle stesse, e ora passa all'attacco del decreto dignità inviso per altro anche ai sindacati rappresentativi che si sono schierati fin da subito sulle stesse posizioni datoriali assai critiche verso tutte le misure di contenimento del ricorso ai contratti precari.
Il prossimo passaggio del centrodestra è il bonus per le assunzioni dei giovani che riguarderà il 60 per cento della retribuzione. Non parliamo solo di contratti stabili, ma dell'apprendistato e dei rapporti di somministrazione che non è detto possano nel tempo trasformarsi nel tempo indeterminato.
Nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri approverà la bozza del decreto di cui Sole 24 Ore ha annunciato le principali novità.
L'aiuto alle imprese sarà pari a 12 mesi e andrà a coprire il 60% della retribuzione. L'obiettivo del Governo è favorire occupazione tra i giovani che non studiano e non lavorano senza preoccuparsi dell'indispensabile formazione in assenza della quale le assunzioni saranno solo per mansioni dequalificate e a basso costo.
Questo incentivo va ad aggiungersi ad altri generosi aiuti alle imprese come quelli per le assunzioni a tempo indeterminato a partire dal 31 dicembre di quest'anno e a innumerevoli esoneri o riduzione delle aliquote di finanziamento già previste e generosamente accordate alle imprese. In caso di cumulo di incentivi le misure del sostegno si ridurranno ma resta il problema di fondo ossia quanti siano i regali accordati ai datori e quanti i vantaggi loro recati.
Se aumentano i profitti delle imprese, i loro utili derivanti anche dalle quotazioni in borsa, lo Stato si mostra assai generoso con i forti, salvo poi scoprirsi inflessibile verso gli ultimi come dimostra l'attacco sferrato ai bisognosi di casa e al percettori del Reddito di cittadinanza.
E gli aiuti non cambiano la sostanza del mercato del lavoro nel quale dominano i contratti precari. Un'iniziativa Governativa dovrebbe essere rivolta a rendere stabile l'occupazione invece di mostrare tanta generosità verso le assunzioni precarie.
Un intervento rilevante dovrebbe riguardare la formazione pubblica ma nel tempo sono stati lesinati finanziamenti rivolti a tale obiettivo.
Così operando Il Governo Meloni si trasforma in paladino della precarietà ad uso e consumo dei profitti d'impresa.