Ai tempi in cui venne decisa la costituzione della nuova struttura non ne ha parlato nessuno. La ratifica di camera e senato è avvenuta all’unanimità e così siamo finiti nelle mani di una super-polizia dai poteri pressoché illimitati: sulla carta è europea, ma nei fatti è sotto la supervisione statunitense. Tanto è vero che la sede centrale si trova a vicenza, la stessa città dove c’è il famigerato camp-ederle delle truppe di washington.
di Vincenzo Di Fiora
Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno.
Eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale.
Una tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale.
Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. Ne fanno parte non tutti i Paesi UE, ma solo quelli dotati di una polizia militare: Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia.
Eurogendfor può contare su una forza di 800 "gendarmi" mobilitabile in trenta giorni, più una riserva di altri 1.500; il tutto gestito da due organi centrali, uno politico e uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al trattato. L’altro è il Quartier generale permanente (PHQ), composto da 16 ufficiali e 14 sottufficiali (di cui rispettivamente 6 e 5 italiani). I sei incarichi principali (comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica) sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.
L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo.
I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici». Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche». La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero - l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR».
L'articolo 22 immunizza le proprietà e i capitali di Eurogendfor da provvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria dei singoli stati nazionali. L'articolo 23 prevede che tutte le comunicazioni degli ufficiali di Eurogendfor non possano essere intercettate.
L'articolo 28 prevede che i Paesi firmatari rinuncino a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L'articolo 29 prevede infine che gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in tutti quei casi collegati all’adempimento del loro servizio.
Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea, cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.
Non si tratta quindi di un vero corpo armato europeo, un inizio di esercito unico europeo, nel qual caso si collocherebbe alle dipendenze di Commissione e Parlamento Europeo, ma di corpo armato sovra-nazionale che, in quanto tale, gode di piena autonomia. Non risponde delle proprie azioni a nessun Parlamento nazionale, né al parlamento europeo. Dunque, a chi risponde?
L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi; le comunicazioni non possono essere intercettate; i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati; i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti . Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.
Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno 2010 il Trattato di Velsen entrò in vigore in Italia.
Questa squadra speciale di polizia militare extra-nazionale risponde solo ai ministri degli Esteri e della Difesa degli Stati membri.
Cosa alquanto pericolosa, perché dietro vi è celato il potere, dato a ogni Paese firmatario, di espropriare i propri Parlamenti dalle decisioni sull’impiego delle proprie truppe. E consente di farlo in piena legalità.
Rispetto a questa decisione non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto”. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui dal 2013 si è affiancata la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.
La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la polizia militare europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. In pratica, è un altro pezzo di democrazia che va via, che toglie potere ai parlamenti regolarmente eletti.
L'opinione pubblica non lo sa, perché i mezzi d'informazione tacciono. Sappiamo infatti tutto sulle malefatte di Berlusconi, dei problemi giudiziari della famiglia Renzi (padre e figlio), ma poco sui diritti - che piano piano ci vengono tolti - di noi tutti. Quando la democrazia va in deficit, l’informazione si adegua?
Il Trattato Eurogendfor: http://www.eurogendfor.org/eurogendfor-library/download-area/official-texts/establishing-the-eurogendfor-treaty