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Meglio un figlio morto che disoccupato
Da “La cenerentola” a “Il figlio di Saul” a “Una giornata particolare”
Tre modesti tentativi di rilanciare l’acribia critica del materialismo storico nell’analisi di tre opere d’arte tornate alla luce della ribalta.
Il prezzo di una sconfitta storica
Il prezzo di Arthur Miller, andato in scena al Teatro Argentina, è uno dei pochi spettacoli di un certo valore di una stagione che si annuncia quanto mai povera in tutti i sensi.
Il segreto delle tre carte
Al Teatro Costanzi di Roma è andata in scena, dopo un’assenza di 60 anni, La dama di picche di Pëtr Ilich Čaijkovskij. Un’opera lirica dalla partitura musicale estremamente complessa tratta da un magnifico racconto di Puškin stravolto dal libretto dei fratelli Čaijkovskij, a sua volta stravolto da un regia e da un’interpretazione che fa acqua da tutte le parti.
Emiliano Valente. Un artista senza etichette
Sentir recitare Emiliano Valente nel suo esilarante monologo alla “Casa delle Culture” (Trastevere) è stata una folgorazione. Una folgorazione piacevolissima la performance “Belle bandiere”, di Lorenzo Misuraca, declamata da Emiliano. Quella sera il dibattito politico precedente era davvero impegnativo da seguire. Importante, ma impegnativo e davvero non mi attendevo di uscire dalla “Casa” con il sorriso fra le labbra e di un insolito buonumore.
Recitare: quando l’attore-artigiano racconta il personaggio
L’attore racconta il personaggio, scoprendone le azioni e il modo di agire, passo dopo passo, costruendone un equivalente. E lo spettatore vive e partecipa ad un momento di crescita e consapevolezza collettiva. Eppure il teatro, un tempo vietato e censurato, oggi annoia. Perché?