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Gramsci e l’involuzione in senso autoritario del liberalismo
#Gramsci denuncia come i sedicenti moderati, cioè le consorterie di proprietari che hanno di fatto gestito il potere grazie al regime liberale, presi dal panico di fronte al progressivo protagonismo di massa dei ceti popolari, tendono a fare del concetto di rivoluzione #passiva un vero e proprio programma politico.
Il rapporto fra filosofia e ideologia in Gramsci
Per Gramsci occorre superare la distinzione propria degli intellettuali tradizionali fra filosofia, monopolio di pochi addetti ai lavori, e ideologia quale strumento pratico di governo di masse considerate eternamente fanciulle.
Gramsci, le masse e gli intellettuali organici
Occorre, secondo Gramsci, lavorare incessantemente per elevare intellettualmente sempre più vasti strati popolari, cioè per dare personalità all’amorfo elemento di massa.
Gramsci, le masse e il Partito
Secondo Gramsci le élite rivoluzionarie del partito proletario, essendo composte da intellettuali organici alla loro classe di riferimento, non hanno valore di per sé, ma mirano a divenire “funzioni specializzate” di organismi di massa “complessi e regolari”, che non mirano a perpetuare la loro funzione direttiva, ma sono organiche a una massa sociale resa omogenea e compatta, al punto da potersi costituire in intellettuale collettivo.
Masse e funzione intellettuale in Gramsci
Le associazioni politiche e sociali costituiscono il principale antidoto ai rischi di derive demagogiche, ponendosi quale indispensabile termine medio fra l’esecutivo e le masse
Intellettuali e masse in Gramsci
Come mostra Gramsci, la filosofia della praxis, cioè il marxismo, ha dato prioritaria rispetto a un nuovo Rinascimento, ovvero alla formazione di una concezione del mondo per i propri intellettuali, a una novella riforma in grado di divenire senso comune in larghi strati delle masse popolari.
Gramsci e il ruolo delle masse nella modernità
L’ingresso delle masse nella vita politica produce un profondo mutamento della funzione direttiva svolta dagli intellettuali, la cui funzione socio-politica muta a seconda del modo in cui si rapportano alla classe di riferimento.
C’è bisogno di un partito comunista che torni a parlare alla sua classe
Il mese scorso si è tenuto a Milano – analogamente ad altre città nello stesso periodo – un dibattito pubblico organizzato dal Centro culturale Cumpanis sul tema dell’unità dei comunisti e della ricostruzione di un partito comunista in Italia. Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del presidente del centro culturale Cumpanis milanese, Vladimiro Merlin, che ha delineato le necessarie caratteristiche non elitarie e non di testimonianza del partito comunista futuro tutto da costruire, unendo i cocci dell’attuale frammentazione.
Le masse nei Quaderni del carcere
Mentre il cattolicesimo mira a preservare un’unità esteriore con le masse, mirando a mantenerle all’interno di una visione folcloristica del mondo, impedendo il sorgere di una visione scientifica, il marxismo, al contrario, intende stabilire un contatto dinamico con esse volto a sollevare continuamente nuovi strati di massa a una vita culturale superiore, con il fine di costruire un blocco intellettuale-morale che renda politicamente possibile un progresso intellettuale di massa.