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I risultati delle elezioni (che gli altri non danno)
Una clamorosa esclusiva di “la Città Futura”! Noi diamo i risultati delle elezioni (voti,percentuali, raffronti) che i giornali “indipendenti” nascondono. Facciamo questo non certo perché i risultati dei comunisti in Emilia e in Calabria siano stati particolarmente trionfali (tutt’altro) ma perché fa parte del nostro stile di lavoro dire la verità, e sulla base della verità cercare di ragionare e di capire. Per cambiare le cose.
Ridicolo, ma pericoloso
L’arrogante alzata di spalle di Renzi di fronte alla catastrofe elettorale del suo Partito è ridicola. Ma oltre che grottesco Renzi è pericoloso, perché ignorare questo allarme svela l’intenzione di procedere senza e contro la democrazia.
La nostra intervista a Cristina Quintavalla: “l’Altra Emilia-Romagna c’è ed è in alternativa al PD”
Il dato più eclatante di queste #elezioniregionali in Emilia-Romagna è senza dubbio un #astensionismo senza precedenti. Si sono recati alle urne solo il 37,67% degli elettori (rispetto al 68,1% delle scorse regionali). Pesano su questo dato, comune in tutte le ultime tornate elettorali, diversi fattori. Innanzitutto, la frustrazione diffusa per via del netto peggioramento delle condizioni di vita della grande maggioranza della popolazione che non ha ormai nessuna fiducia nelle politiche dei governi nazionali e locali. In questo pesa anche la percezione della inefficacia delle amministrazioni locali nel poter rovesciare queste politiche capitalistiche di gestione della crisi vincolate, come sono, ai tagli della spending review dalla riforma del Titolo V e dal Patto di Stabilità. Infine, pesano sicuramente su tale senso di distacco dalle elezioni regionali le politiche di malaffare di questi anni ed i processi che hanno colpito tutti i partiti di potere locali. PD compreso, come dimostra proprio il caso emiliano. A guadagnare da questa sfiducia di massa nelle istituzioni per ora è l'antipolitica sia di governo che di opposizione. La prima incarnata da Renzi e dal PD, col centrosinistra che ottiene una vittoria di Pirro dimezzando comunque i propri voti in Emilia-Romagna (1.200.000 voti alle precedenti regionali, 615.000 in questa tornata), e la seconda con la crescita, seppure solo in termini percentuali, del M5S (dal 6% delle precedenti regionali al 13,3% attuale) e quello preoccupante della Lega in versione fascio-populista (dal 13,6% al 19,4%). Tracolla Forza Italia (dal 24,5% col PdL nel 2010 all'8,4% attuale) e guadagna una SEL aggrappata con le unghie al PD renziano (1,8% nel 2010 e 3,2% attuale). L’Altra Emilia Romagna (composta dal PRC e dalle forze della sinistra alternativa), con un profilo fuori e contro il centrosinistra, ottiene il 4% e supera lo sbarramento eleggendo autonomamente un consigliere (Piergiovanni Alleva). Crolla quindi anche il mito della “bontà” del governismo a livello locale che aveva portato la FdS (composta da PRC+PdCI) ancora nel 2010 ad allearsi col potentato imperniato sul sistema-PD emiliano-romagnolo prendendo il 2,7%. Una delle artefici principali di questo risultato è stata sicuramente la candidata della Lista AER, proveniente dai movimenti di lotta, Cristina Quintavalla di cui pubblichiamo una nostra intervista esclusiva.