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La politica di Aristotele
Aristotele, sotto diversi aspetti, sembra arretrare rispetto alla concezione politica di Platone. D’altra parte l’epoca di riflusso in cui è costretto a vivere lo porta a sviluppare una concezione politica che sarà il prototipo del realismo anti utopistico. Del resto solo ricalibrando mezzi e fini del proprio agire politico, in un’epoca così sfavorevole, era possibile teorizzare e praticare un modello politico in contro tendenza, in quanto decisamente progressista.
Aristotele e l’enciclopedia delle scienze
Introduzione alla visione del mondo di Aristotele evidenziando, in particolare, gli aspetti di continuità e di discontinuità rispetto alla filosofia di Platone.
L’ultimo Platone
Nell’ultimo Platone il Bene non è più posto al di sopra dell’essere, ma è calato nella struttura delle realtà empiriche, molteplici e in divenire. In quanto ognuna di esse, oltre al disordine e alla mutevolezza propri del tempo e delle materia, presenta un aspetto di unità, di individuazione e ciò si deve all’azione del Bene, che è in ogni cosa il principio di determinazione e di senso. Il bene è il limite che controbilancia nel mondo l’indeterminazione e il disordine.
Gli ultimi dialoghi di Platone
#Platone compie il suo parricidio nei confronti di Parmenide mostrando che se ogni idea è eguale a sé, ciò significa che non è le altre idee
Il rapporto fra Aristotele e Platone secondo Vegetti
La decostruzione della filosofia di Platone da parte di Aristotele parte dalla volontà di superare la separazione, la scissione del mondo, un residuo di quel dualismo parmenideo che, in ultima istanza, era un indizio di una concezione del mondo ancora aristocratica.
La Repubblica di Platone
Solo a poco a poco, mediante la dialettica, l’uomo indirizzerà lo sguardo al sole, metafora del bene. L’uomo diviene così, secondo Platone, libero e si trasforma in filosofo, il cui compito è ora di tornare nel fondo della caverna per liberare gli altri uomini ivi rimasti. Il filosofo non deve limitarsi alla mera contemplazione del mondo delle idee, ma deve porre il suo sapere al servizio della prassi, del processo di emancipazione dell’intera umanità.
Dalla dialettica al comunismo platonico
Non essendo il bene una vera e propria idea, ma un valore, una potenza, non può esser racchiuso in una formula. Del bene più che definizioni si possono dare metafore, ma così diviene difficile dedurre da esso i fondamenti delle scienze. Perciò, al posto del bene ci sarà il progetto di società e di etica che realizza, per quanto possibile, il bene nella polis. Perciò la funzione delle scienze sarà la formazione dei filosofi destinati ad assumere e gestire il potere e a educare il resto della società.
Dal Simposio al mito del demiurgo
Sembra come se l’essenza della filosofia platonica consista nell’immane sforzo di far incontrare l’alto e il basso, l’intelligibile e il sensibile, ossi di innalzarsi verso l’alto della verità e dei valori e poi trasferire quaggiù quello che si trova lassù: conoscere le idee e poi applicare nella città le norme ideali, costruire nel nostro mondo un’imitazione della città perfetta, ideale, utopica ma – proprio per questo – modello cui si deve orientare l’agire politico.
Dalla Repubblica alla vita pericolosa dei filosofi greci
Platone introduce due misure rivoluzionarie: il ruolo paritario delle donne e, di conseguenza, la fine della tradizionale famiglia patriarcale
Dal superamento dell’eleatismo alla soluzione mitica
Platone opera una mossa teorica tanto spettacolare quanto sconvolgente dal punto di vista della tradizione, introducendo le istanze della corporeità nel cuore dell’anima