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Il rapporto Draghi: finanziarizzazione, economia di guerra e neoliberismo
Videointervista al docente dell'Università popolare Antonio Gramsci, Ascanio Bernardeschi, esperto in particolare di questioni economiche, per svelare la natura neoliberista e completamente succube al grande capitale finanziario del rapporto Draghi.
L’Italia nel terzo millennio
Come il pensiero unico ordoliberista ha omologato a tal punto il centrodestra e il centrosinistra da far apparire come unica reale alternativa ai governi impopolari, al servizio del grande capitale monopolistico transnazionale, le destra radicale
Melonismo, un fascismo per il Terzo Millennio?
Questo mi pare il punto fondamentale che conferma l’assunto che il fascismo, oggi come cento anni fa, costituisce una carta di riserva o se volete di ricambio per il capitale. Identici sono infatti i capisaldi del programma dragomeloniano, e sono essenzialmente due: salvaguardia ad ogni costo dei profitti nell’attuale situazione di acuta difficoltà sociale determinata da guerra, pandemia e devastazioni ambientali, da un lato, e supina subalternità agli Stati Uniti e alla NATO fino al sacrificio supremo nell’olocausto nucleare purtroppo possibile, dall’altro.
Price-cap: la mossa del Draghi
Un tetto al prezzo del gas e del petrolio russo non è possibile, all’interno della visione liberista, se non mediante gli aiuti di Stato, almeno che non si voglia percorrere la strada avventurista che potrebbe condurre all’embargo di queste materie prime.
Contro la guerra dei padroni, ribellarsi è giusto
“Ribellarsi è giusto”, diceva Mao, soprattutto se il nostro popolo non intende essere risucchiato nel vortice globale determinato dall’ineluttabile fine dell’Occidente che ci trascina in un drammatico contesto di aumento della miseria, devastazione ambientale e guerra totale
Contro la guerra ? Iniziamo smilitarizzando i nostri territori
Pubblichiamo l’appello della Cub per la partecipazione alla giornata di lotta che si terrà a Pisa il 19 marzo con due manifestazioni all'aeroporto militare, una promossa da No Camp Darby e un’altra da Usb e Potere al Popolo. Le manifestazioni, pur distinte e con due diversi punti di concentramento (e sul vecchio vizio delle primogeniture dovremmo aprire un dibattito reale visti i magri risultati ottenuti) restano momenti di opposizione al governo Draghi e alla militarizzazione dei territori.
Uno Stato senza capo né coda
Naturalmente il capo di uno Stato imperialista non può essere di sinistra, d’altra parte la sinistra perde la sua ragione di essere se non è in grado, attraverso il conflitto sociale, di avere peso nello scenario politico.
Delocalizzazioni: come vogliamo combatterle?
Il governo interviene sulle delocalizzazioni, ma per peggiorare le cose. Manca il ruolo dello Stato e il suo indirizzo e controllo sull’economia. Tornano in epoca pandemica gli spettri del neoliberismo.
Sciopero 16 dicembre
Draghi, è iniziato l’autunno del patriarca?
Il bonapartismo del presidente del Consiglio è un’esigenza dettata dagli equilibri instabili del campo borghese e sta deteriorando anche gli aspetti formali della democrazia. Alla concentrazione dei capitali corrisponde la concentrazione del potere politico: ma il processo può iniziare ad arrestarsi con il successo dello sciopero generale.