Gli occhi di Tammy Faye di Michael Showalter, biografico, drammatico, Usa 2021, premio Oscar alla migliore attrice protagonista Jessica Chastain, voto: 7+; film molto interessante sulla vicenda di due fondamentalisti evangelici che dal nulla hanno messo in piedi la trasmissione religiosa televisiva più seguita al mondo. Al di là del quadro realistico del “fondamentalismo reale” presente nella società statunitense, di come la religione evangelica sia strettissimamente connessa con lo spirito del capitalismo, del potere dei mass media, dei legami stretti fra sette religiose e destra repubblicana, emerge dal film la profonda corruzione, la cinica spietatezza con cui i telepredicatori ingannano il loro povero e ignorante pubblico per derubarlo il più possibile, per poter vivere nel più sfrenato e pacchiano lusso. Molto significativo è come dietro al moralismo e alla omofobia dei fondamentalisti cristiani possano celarsi dei “predatori sessuali” omosessuali. Peccato che il tutto sia raccontato, senza nessun effetto di straniamento, dal punto di vista necessariamente distorto di una delle telepredicatrici, con cui la parte più ampia e meno consapevole del pubblico è portata a impersonarsi.
Four Good Days di Rodrigo García, drammatico, Usa 2020, candidato ai premio Oscar per la miglior canzone: Somehow You Do, voto: 7+. Bel film realista sul dramma della dipendenza da eroina e sui difficilissimi tentativi di uscirne. Il film scava a fondo nei rapporti psicologici all’interno del gruppo familiare, che rischiano di essere costantemente travolti da questo dramma. Notevole l’interpretazione delle attrici protagoniste e, in particolare, di Glenn Close. Significativa anche la denuncia di come sia lo stesso sistema sanitario a stelle e strisce a provocare la dipendenza fornendo sconsideratamente degli oppiacei che creano dipendenza anche ad adolescenti. Peccato che quest’ultima questione dirimente resti sullo sfondo, come del resto le problematiche politiche, economiche e sociali connesse al mercato dell’eroina.
The Rescue - Il salvataggio dei ragazzi, regia di Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, John Battsek e P. J. van Sandwijk, candidato agli Oscar come miglior documentario, voto: 7+; ottimo documentario avvincente, interessante e perfettamente confezionato. Significativo lo scavo psicologico di un gruppo di dilettanti un po’ “sfigati” che riescono a risolvere una situazione su cui si era concentrata l’attenzione internazionale e che appariva irrisolvibile. Colpisce anche l’attitudine davvero stoica dei ragazzi rimasti intrappolati nella grotta. Peccato che la storia in sé non sia così significativa, che non si consideri in nessun modo criticamente il governo dittatoriale thailandese e i marines statunitensi, mentre si occulta il ruolo significativo svolto dalla Repubblica popolare cinese.
Macbeth di Joel Coen, drammatico, guerra, storico, Usa 2021, distribuito da Apple TV+, nomination per migliore attore a Denzel Washington, miglior fotografia e scenografia ai premi Oscar, voto: 7. Buona messa in scena cinematografica di una grande tragedia shakespeariana a opera di un grande regista e con ottimi interpreti. Meritate le nomination agli Oscar, anzi in almeno una o due delle categorie in cui è stato candidato il film avrebbe meritato di vincere.
Raya e l'ultimo drago di Don Hall e Carlos López Estrada, animazione, avventura, commedia, Usa 2021, distribuito su Disney+, nomination agli Oscar come miglior film di animazione, voto: 7-. Certamente il meno peggio tra i film di animazione, non particolarmente brillanti, candidati ai premi Oscar. Decisamente migliore del premiato Encanto, sicuramente il peggiore, sebbene siano entrambi prodotti e distribuiti dalla Disney. Nonostante ciò Raya e l'ultimo drago non solo è molto ben confezionato dal punto di vista formale, ma si fa portatore inaspettatamente di un contenuto significativo, in particolare ai nostri giorni sempre più infestati dalla devastante logica mortifera della guerra. Emerge, infatti, il grande ideale di una umanità finalmente pacificata e pronta a collaborare in modo solidale, quale unica reale alternativa non solo a guerre fratricide, ma alla stessa devastazione dell’ambiente indispensabile alla sopravvivenza della vita umana. Molto significativo l’accento posto sulla necessità di superare i preconcetti per ristabilire rapporti di cooperazione fra paesi storicamente in conflitto. Da questo punto di vista si sottolinea giustamente l’indispensabile necessità di ristabilire rapporti di fiducia reciproca, contro ogni guerra infinita o di civiltà e ogni forma di disumanizzazione degli avversari.
La figlia oscura - The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaalda, nomination ai premi Oscar per la sceneggiatura non originale, la migliore attrice protagonista e non protagonista, voto: 6,5. Film ben confezionato e altrettanto ben recitato, ha un plot decisamente intrigante, che ne rende indubbiamente piacevole la visione. Peccato che di fondo il film, come il romanzo da cui è tratto, non abbiano sostanzialmente nulla di significativo da trasmettere. Perciò se appaiono meritati i riconoscimenti tributati a Olivia Colman e a Jessie Buckley, meno meritata appare la nomination per la migliore sceneggiatura non originale.
I Mitchell contro le macchine di Michael Rianda e Jeff Rowe, animazione, Usa 2021, distribuito da netflix, nomination agli Oscar come miglior film d’animazione e vincitore nella stessa categoria dei Critics Choice Award, voto: 6,5; I Mitchell contro le macchine ha ottenuto diversi riconoscimenti ed è risultato tra i film di animazione più premiati dell’anno. Dal punto di vista formale niente da ridire, il film è certamente molto ben costruito, innovativo, godibile e a tratti geniale. Rovescia i luoghi comuni prendendo come protagonista una famiglia di antieroi particolarmente “sfigata”. Se significativa appare anche l’indagine psicologica all’interno della famiglia, per il resto il contento lascia al quanto a desiderare in quanto abbiamo la solita esaltazione sostanzialmente reazionaria della comunità etica della famiglia e la consueta critica altrettanto reazionaria della tecnologia, con allo stesso tempo una sua altrettanto irrazionale sopravvalutazione. In ultima istanza anche l’esaltazione della famiglia sfigata statunitense contiene alcuni aspetti populisti e demagogici che nel contesto Usa sembrano rinviare al trumpismo, anche perché la famiglia modello che gli viene contrapposta appare in stile Obama.
Flee di Jonas Poher Rasmussen, documentario, animazione, biografico, Danimarca, Francia, Svezia e Norvegia 2021, candidato a miglior film internazionale, di animazione e documentario, voto: 6,5. Per essere il primo film candidato a questi tre ambiziosi titoli Flee non convince del tutto. Per quanto sia ben costruito e architettato la trama incentrata su una figura molto particolare e poco tipica non suscita grande interesse e partecipazione finendo con l’essere piuttosto soporifero. Certo si denunciano il fondamentalismo religioso afghano armato dagli Stati uniti, la condizione dei profughi in particolare nella tragica situazione che si è venuta a creare in Russia dopo il crollo dell’Unione sovietica e la tragica condizione degli omosessuali perseguitati dagli integralisti, ma non si approfondiscono più di tanto le problematiche storiche, politiche, economiche e sociali.
La persona peggiore del mondo, regia di Joachim Trier, Norvegia, Francia, Svezia e Danimarca, voto 6+. Film poco più che sufficiente, pur essendo del genere minimal qualunquista La persona peggiore del mondo non è noioso, è certamente ben girato e presenta uno scavo abbastanza significativo dei caratteri dei personaggi. Privo com’è di contenuto realmente sostanziale appare decisamente sopravvalutata la candidatura ai premi oscar nella categoria di miglior film straniero e migliore sceneggiatura originale.
Luca di Enrico Casarosa, animazione e avventura, Usa 2021, Pixar distribuito sulla piattaforma di streaming Disney+, voto: 6+. Il film ha avuto una nomination a miglior film d'animazione ai premi Oscar. Realizzato dalla Pixar è certamente meno peggio dell’insostenibile Encanto della Disney. Anche in questo caso c’è la trovata di una ambientazione “esotica”, nel caso specifico in Liguria. Il film è certamente formalmente ben orchestrato e assicura un certo godimento estetico. Anche il contenuto incentrato sull’importanza di riconoscere l’altro il diverso, contro ogni guerra di civiltà, è di un certo rilievo. Peccato che rimangano le tipiche impostazioni antidialettiche della Disney per quanto limitate ai personaggi principali con un super cattivo e due eroi un po’ troppo astrattamente buoni.
Tick, tick…boom! di Lin-Manuel Miranda, biografico, drammatico e musicale, USA 2021, distribuito su netflix, nomination a miglior film commedia ai Golden Globe, nomination miglior attore protagonista e montaggio ai premi Oscar, voto: 5. Film piuttosto soporifero che narra un frammento della vita di un artista che ha avuto, dopo una morte prematura, un grande successo postumo con un suo musical a Broadway. Nel film si ricostruiscono i suoi primi e non fortunati musical e la vita dell’artista prima della sua affermazione. Perciò si tratta di un film privo di elementi significativi e nemmeno gradevole visto il livello molto commerciale, anche dal punto di vista musicale, dei primi lavori del protagonista.
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli di Destin Daniel Cretton, azione, avventura, fantasy, Usa 2021, distribuito da Walt Disney, nomination ai premi oscar per i migliori effetti speciali, voto: 5. Film meramente gastronomico e pura merce della più pericolosa industria culturale statunitense, volto esclusivamente all’evasione dello spettatore dai problemi reali, risulta nonostante tutto piacevole, anche se indubbiamente non bello. Si tratta del primo film Marvel con un supereroe asiatico, con degli indubbiamente notevoli effetti speciali.
Billie Eilish: The World’s a Little Blurry di R.J. Cutler, Usa 2021, candidato ai premi Oscar come miglior documentario, voto: 5. Il film sarà pure ben confezionato, ma è davvero troppo lungo nella sua narrazione naturalistica di una vicenda biografica, peraltro limitata a un arco temporale molto limitato, priva di qualsiasi interesse sostanziale. Davvero poco comprensibile la candidatura ai premi Oscar come miglior documentario.
Encanto di Jared Bush, Charise Castro Smith e Byron Howard, animazione, avventura e commedia, Usa 2021, distribuzione Walt Disney, voto: 4,5. Nonostante il vergognoso premio oscar al miglior film di animazione si tratta di un mediocrissimo prodotto della Disney, la più anestetizzante industria culturale a stelle e strisce. Come di consueto il film comunica un modello di armonia sociale, senza mettere in discussione le gerarchie, che pretende di far scomparire, ideologicamente, le contraddizioni reali. Inoltre l’intera trama si fonda sulla superstizione oscurantista del miracolo e sul mito della famiglia quale forma più elevata di vita etica.
Spider-Man: No Way Home di Jon Watts, azione, Usa 2021, nomination per gli effetti speciali ai premi Oscar, voto: 4-. Il binomio Disney-Marvel è divenuto il più tossico dell’intera industria culturale. Vengono prodotti film insostenibili come questo e riescono nonostante tutto ad anestetizzare il grande pubblico. Nonostante si cerchi di attutire la pesantezza dei super eroi mediante l’ironia e attraverso il mettere in evidenza gli aspetti umani ed esistenziali dei protagonisti, il film è tutto incentrato su una trovata iniziale e diviene presto assolutamente soporifero anche per la durata scioccamente eccessiva.
No time to die di Cary Joji Fukunaga, azione, avventura e thriller, Usa e Gran Bretagna 2021, nomination ai premi Oscar per i migliori effetti speciali, voto: 3,5. Il solito polpettone meramente gastronomico e d’evasione anestetizzante e improntato alla più becera e falsa ideologia anticomunista e apologetica dell’imperialismo, dei suoi servizi segreti e delle modalità più violente e illegali che utilizzano per raggiungere i propri turpi scopi. Peraltro il film non solo naturalmente non ha nulla di bello, ma non è nemmeno significativo dal punto di vista formale, né tantomeno risulta piacevole per la lunghezza davvero eccessiva e per il suo essere del tutto scontato. Anche i decantati effetti speciali non hanno nulla di veramente degno di nota.
Box Ballet di Anton Dyakov, Russia 2021, candidato a miglior cortometraggio d’animazione ai premi Oscar, voto: 3+; gli intellettuali russi continuano a confermarsi fra i più reazionari e ciecamente anticomunisti del mondo. Si tratta di una ennesima conferma delle terribili contraddizioni in cui si è involuto il processo di transizione al socialismo in Unione sovietica e che spiega anche come la guerra fredda sia stata perduta in primo luogo nella lotta per l’egemonia sulla società civile.
Il Principe cerca figlio - Coming 2 America di Jonathan Levine e Craig Brewer, con Eddie Murphy, commedia Usa 2021, nomination ai premi Oscar per il miglior trucco e acconciature, voto: 3. Commediola a tratti completamente sgangherata, a tratti godibile, sul piano della pura evasione, non risulta mai divertente. Peraltro il messaggio che veicola è davvero indigesto, con una rappresentazione profondamente razzista del mondo africano, che si potrebbe emancipare solo guardando al “sogno americano”. Dispiace che molti lavoratori dello spettacolo afroamericani si siano prestati alla realizzazione di un tale obbrobrio emblema del più gretto orientalismo.