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Secondo l’Inail nel primo semestre 2024 c’è stato un aumento degli infortuni sul lavoro dello 0,89% (+4,22% quelli mortali), rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Bisogna fare allora di più e meglio perché non si può morire o ammalarsi di lavoro. 

L’esempio della mobilitazione dei cavatori di marmo a Carrara, mostrano che c’è la volontà di riscossa da parte dei lavoratori.

Lo stato di subalternità dell’istruzione rispetto alle esigenze del prodotto interno lordo e del profitto a breve termine nelle priorità politiche del governo Draghi

Mentre i pasdaran confindustriali tornano a licenziare imperversa il dibattito sul green pass. Norme confuse e contraddittorie con il diritto sempre più lontano dall’obiettivo di salvaguardare la salute pubblica e invece assai attento alle ragioni del profitto.

Come è possibile una salvaguardia effettiva quando a ogni cambio di appalto si rischia il posto di lavoro? Le normative esistono ma quasi sempre solo sulla carta. La realtà dimostra che l’anello debole della catena produttiva è sempre più a rischio.

Lavoratori che piuttosto che lavorare studiano come assentarsi. Si legge anche questo.

Seconda parte dell’analisi del fenomeno dei morti sul lavoro e delle malattie professionali.

Parte 1 di 2. Ogni giorno in Italia muoiono in media 3 lavoratori per infortuni sul luogo di lavoro.