E pluribus… pluribus: nessuna Unione sui migranti
di Selena Di FrancescantonioNonostante gli intenti dichiarati e le illusioni dei filoeuropeisti, grazie alla vicenda drammatica dei migranti cade definitivamente il velo di Maya di questa UE
La banalità del cinema e della critica della post-nuova sinistra
di Renato Caputo e Holly GolightlySangue del mio sangue di Marco Bellocchio è un’opera stanca, sconnessa, senza senso. Perché allora occuparsene?
Un secolo fa nasceva il grande artista umbro, autore, tra le altre opere, della scultura “La Partigiana Veneta”, fatta saltare in aria dai fascisti nel ‘61.
Alla ricerca delle cause occultate del drammatico fenomeno dell’immigrazione
di Renato CaputoTroppo spesso l’essenza del fenomeno dell’immigrazione è data per scontata ma proprio perciò non è realmente conosciuta
La guerra imperialista in Ucraina: le rivoluzioni colorate
di Alessandro PascaleUltima parte dell’analisi sulla situazione in Ucraina. In questo numero si analizzano le rivoluzioni colorate.
Tradizione realista vs mosche cocchiere del formalismo
di Renato Caputo e Holly GolightlyIl terzo uomo e Viaggio a Tokio. Rivedere restaurati i grandi film del passato offre la possibilità di reinterpretare alla luce del presente dei capolavori.
Gli Usa gridano all'escalation militare di Putin e al pericolo di destabilizzazione dell'area, ma nel corso di quattro anni di guerra civile hanno fatto poco o nulla contro il terrorismo islamista dell'Isis e di Al Nusra.
L’ascesa di Jeremy Corbyn e il risveglio della sinistra in Gran Bretagna
di Lea YpiL’elezione alla testa del Labour Party di Jeremy Corbin può favorire il riavvicinamento dei movimenti di protesta a un partito di massa.
Altro...
Un excursus nell’economia e nella società dei cinque paesi in via di sviluppo per ragionare sulle loro prospettive
L’euro e l’immagine del dominio capitalistico in Europa
di Laura NanniDemocrazia consiliare e lotta antimperialista. Un’eredità perduta?
di Renato CaputoIl settantesimo anniversario della liberazione della Cina e i centodieci anni dal sorgere del primo soviet dovrebbero essere al centro della riflessione di chi è ancora interessato a costruire un mondo diverso da quello dominato dal capitalismo e dalla teocrazia.
“Chi rom e…chi no” ha radicato la sua azione pensando alla periferia come spazio laboratoriale di pratica politica da portare avanti con i suoi abitanti: bambini, giovani, adulti, famiglie rom e napoletane.