Sabato, 19 Settembre 2015 19:30

Riformismo, quanto ci costi!

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Il memorandum e la sinistra: praticare l’austerità a mo’ di sinistra è illusorio.

“L’Italia deve tornare a competere”. Una affermazione che industriali e capi di governo in questi anni continuano a mettere un po’ ovunque.

Il dramma dell'immigrazione diviene sempre più imponente e il Mediterraneo rischia di divenire la tomba dei dannati della terra.

Nel corso dell’ultimo decennio le “riforme” Moratti e Gelmini hanno avuto un impatto a dir poco devastante sulla composizione e l'organizzazione del lavoro all'interno degli atenei italiani.

Il 10 settembre scorso si è svolta a Roma l’assemblea nazionale della Coalizione per lo Sciopero Sociale, un momento di convergenza importante per riproporre, estendere e rafforzare l’opposizione sociale.

Il secondo importante momento nel percorso di costruzione di coalizione sociale registra il positivo avvio delle prime coalizioni territoriali e la definizione di alcune grandi mobilitazioni su temi fondamentali per il futuro della sinistra italiana.

Un gruppo di quadri del PRC chiede a gran voce un cambio di linea e di gruppo dirigente del Partito (anche con un congresso anticipato) lanciando un appello sottoscritto da centinaia di militanti.

Prosegue l’indagine sull’operato del famoso dirigente del PCI. La grave crisi economica del ‘73 aveva imposto l’adozione di pesanti misure restrittive: quarant’anni fa, così come oggi, non si parlava che di austerità.

Una riforma dell’UEM per attribuire alla BCE gli stessi poteri di prestatore di ultima sostanza nei confronti degli stati membri, non può rappresentare la via d’uscita dal regime di austerità.

L'iniziativa di sostegno ad Unità Popolare anima il dibattito anche nella Sinistra italiana in alternativa alla proposta di Costituente promossa da Vendola.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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