Ivan il terribile

Proponiamo in streaming il film sovietico sulla vita dello Zar Ivan IV girato da Sergej Ėjzenštejn.


Ivan il terribile

Titolo italiano Ivan il terribile
Titolo originale Ivan Groznyj
Paese Unione Sovietica
Anno 1944
Regista Sergej Michajlovič Ėjzenštejn
Colore Bianco e nero
Sonoro Dialoghi e musica
Lingua Italiano
Sottotitoli No
Durata 1h 30’
Qualità del filmato Discreta

Ivan il terribile è un film in costume del regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn ambientato nella russia del secolo XVI. Completato nel 1944 costituisce la prima parte di una trilogia incompiuta (La congiura dei boiardi e Ivan il terribile parte III), sulla vita dello zar Ivan IV detto, seppur in maniera impropria ed equivoca, “il terribile”.

Il film inizia con l’incoronazione del giovane principe di Moscovia che decide di fregiarsi, per la prima volta, del titolo di Zar (Cesare) di tutta la Russia e di unificare il paese, diviso in piccoli principati governati da nobili con le modalità tipiche dell’epoca feudale. Per farlo Ivan non solo si cimenta nelle guerre ad oriente (contro i tartari) ed occidente (contro i Cavalieri teutonici di Livonia) ma soprattutto nella lotta contro i boiardi (i nobili) a tutto vantaggio di chi “lavora, commercia e si industria”. L’avvelenamento della zarina da parte della zia e l’aver constatato che anche quei pochi boiardi che credeva a lui fedeli gli si rivoltano contro rifiutandosi di pagare le tasse e congiurando coi nemici, spinge Ivan a ritirarsi in provincia. Un passo indietro studiato, in attesa che sia il popolo ad invocarlo, così da poter ottenere quella consacrazione e quella forza di cui ha bisogno per piegare i feudatari. Il film si chiude proprio con la processione popolare che da Mosca parte per implorarlo di tornare e completare l’opera.

Il film, che al pari di quello dedicato ad Alessandro Nevsky si centra su singole figure a scapito del collettivo (come invece avviene in Ottobre e Sciopero) risulta comunque un capolavoro in quanto riesce a coniugare analisi marxista, impegno militante e narrativa avvincente. La lotta di classe tra la nascente borghesia e la nobiltà (col clero suo alleato), infatti, è il vero motore del film (oltre che della vita di Ivan) che Eisenstein riesce ad offrire in una dimensione comprensibile anche al pubblico odierno largamente disabituato a ragionare su tali questioni. Per perseguire i propri scopi, infatti, Ivan non può che circondarsi di persone nuove, “dal popolo”, per poter aver la meglio nei confronti dei nobili (i proprietari terrieri) refrattari a qualunque progetto di unificazione del Paese che ineluttabilmente li vedrebbe - come già stava avvenendo in Europa - ridimensionati nel loro potere se non addirittura sconfitti come classe. La figura di Ivan, poi, è caratterizzata per essere un utile strumento in mano al proletariato nella lotta di classe nell’epoca in cui il film è stato girato. Ricordiamo, infatti, che l’Urss era alleata di Stati Uniti e Gran Bretagna contro la Germania nazista in quella che sarebbe passata alla storia come la “grande guerra patriottica”. Ed infatti il richiamo ai “fratelli” e alla patria “senza braccia e senza gambe, che attualmente si trovano sotto il dominio di sovrani stranieri” ed in generale tutti i dialoghi costituiscono un incitamento a completare l’offensiva.

Buona visione!

05/08/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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