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Nella terza tappa dei nostri “Percorsi di pensiero critico” incontriamo Lev Vygottzkij, grande pedagogista del Novecento immeritatamente svalorizzato e poco noto. Le sue importanti innovazioni educative, in particolare il rifiuto dell’idea che non esistano bambini non educabili e che ciascun bambino abbia tappe di sviluppo psichico personali e uniche, sono all’avanguardia persino oggi, dopo un secolo.

Questo su Mario Lodi è il primo di una serie di articoli sul pensiero critico nella pedagogia e nella letteratura per l’infanzia. In questo momento il nostro paese sembra essere la patria del pensiero acritico. Dopo decenni di massificazione e omologazione, orchestrate con sapienza da grandi imprenditori e politici, si ha l’impressione che non esistano strade da percorrere per riportare i bambini a un pensiero critico. Per fortuna, non è così.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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