Il prato Bezhin

Proponiamo in streaming la ricostruzione del film sovietico girato da Sergej Ėjzenštejn dedicato alla figura di Pavlik Morozov.


Il prato Bezhin

Titolo italiano Il prato di Bezhin
Titolo originale

Bežin lug

Paese

Unione Sovietica

Anno

1937

Regista

Sergej Michajlovič Ėjzenštejn

Colore

Bianco e nero

Sonoro

Musica

Lingua

Russo

Sottotitoli

Italiano

Lunghezza

25’

Qualità del filmato

Discreta

Il prato Bezhin è un cortometraggio creato a partire dai frammenti di un’opera del 1937 del regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Diverse sono le versioni che circolano sebbene tutte conservino il motivo centrale dell’opera che consiste nella rappresentazione della lotta di classe all’interno di una società socialista. A differenza degli altri film del regista russo, infatti, dove la lotta di classe è quella tipica delle società capitalistiche - in Sciopero borghesia contro proletariato, in Ivan il terribile borghesia contro nobiltà feudale - qui a scontrarsi sono le classi per come ancora sopravvivono all’interno dell’Urss degli anni trenta. Nello specifico, il cortometraggio narra del contrasto tra padre e figlio, il primo kulako (contadini indipendenti e tendenzialmente benestanti) nemico dello Stato, il secondo, ancora fanciullo, fautore della collettivizzazione e dei kolchoz (azienda agricola di proprietà comune).

Anche in questo film, come negli altri del periodo che precede la seconda guerra mondiale, Eisenstein ricorre all’utilizzo di figure individuali per trasmettere il proprio messaggio. In questo caso, però, non si tratta né di un principe (come Alessandro Nevsky) né di zar (come Ivan il terribile) ma di contadini, in particolare di Pavlik Morozov, un adolescente di tredici anni che denunciò il padre (un kulak) alle autorità e che venne per questo ucciso dai suoi familiari. Una lotta di classe che è presentata anche come lotta tra generazioni e tra culture diverse, con la religione che torna ad essere l’immancabile alleato della reazione e per tanto bersaglio della critica.

Buona visione!

26/08/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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