Un anno fa, il 22 ottobre 2017, i cittadini della regione Lombardia e della regione Veneto vennero chiamati alle urne per votare a favore o contro il Referendum consultivo in merito all’autonomia delle due regioni. La votazione in sé fu ben poco interessante, con il 40% degli elettori in Lombardia e invece un buon 57% di essi in Veneto, dove le pulsioni autonomiste sono da sempre molto più forti. Ovvio il risultato: mediamente il 95% dei votanti espresse un voto favorevole per l’autonomia [1]. Dopo di ciò, silenzio sulla questione per quasi un anno, fino a queste ultime settimane.
Torniamo indietro però di qualche mese, d’estate: molti sono in vacanza, moltissimi ovviamente lavorano, gli studenti sono presi con gli esami di maturità o gli esami universitari. A Milano, dove l’autore vive e scrive, cominciano a comparire un po’ di gigantografie minimali che indicavano che il 22 ottobre ci sarebbe stato questo Referendum, di cui nessuno sapeva nulla fino a poco tempo prima, ormai tutti abbastanza abituati a percepire il partito della Lega (ex Nord) come un partito nazionale-nazionalista, che aveva ormai abbandonato la bandiera della secessione e l’odio viscerale verso “i terroni”.
Informatisi sulla questione, i compagni e le compagne di Fronte Popolare Milano cominciano a produrre una elaborazione teorica sul tema [2,3,4,5,6,7,8,9,], consultandosi appena possibile con tutte le forze della sinistra di Milano. In breve tempo ci si rende conto del fatto che a sinistra nessuno crede nella validità di questa consultazione, ritenendola inutile e cominciando a scherzarci sopra, come una delle tante sparate pubbliche che sentiamo da membri di questo partito retrogrado e destro. Il sentimento diffuso è dunque quello dell’astensione, per non dare maggiore adito a un Referendum così inutile e buono solo a sperperare denaro pubblico (quattordici milioni di euro in Veneto e quasi 50 milioni di euro in Lombardia, una cifra che alla Lega piace ripetere a quanto pare [10]), anzi chi come Fronte Popolare Milano comincia a farsi promotore dell’unico comitato dichiaratamente per il NO al Referendum [11] viene tacciato quasi di collaborazionismo, di aiutare indirettamente la propaganda leghista, che invece va affossata girando la testa e facendo finta che non esista. Peccato che oltre ad aver vinto quel Referendum, il partito della Lega abbia preso il 17% alle scorse elezioni, e che ora esprima il Ministro dell’Interno: mettere la testa sotto la sabbia prima ancora che questo partito diventasse il primo problema di tutte le forze di sinistra di questo Paese forse non è stata la migliore mossa.
Nel frattempo, ostracizzati da tutti, si lavora contro questo Referendum con decine di banchetti informativi, volantinaggi, speakeraggi, affissione di manifesti, articoli di ogni genere per analizzare la questione “autonomia” ed “eccellenza” sotto vari aspetti: scolastico, sanitario, prettamente politico etc…
Cosa ci spinge ora a scrivere questo articolo, oltre al fatto che viviamo un momento storico estremamente delicato nel quale lo scivolamento a destra e la caduta in un sistema (nemmeno troppo) cripto-fascista è una forte possibilità? Il fatto che a distanza di un anno, come scritto a inizio articolo, i temi dell’autonomia tornano a farsi sentire, e passate le elezioni, il Presidente della regione Veneto Zaia batte cassa con il suo partito: la proposta [12] che si porta avanti come primaria è l’autonomia regionale in merito a Scuola e Università, due capitoli che il governo “del cambiamento” ha analizzato pochissimo nella figura del suo Ministro Bussetti, se non per la conferma dei finanziamenti alle scuole private [13] (appena eletto è andato subito a scodinzolare al Meeting di Comunione e Liberazione e a promettere quello che i suoi elettori volevano), in merito a una ennesima riforma degli esami di maturità, una riduzione delle ore di alternanza scuola-lavoro (per racimolare circa 50 milioni di euro, non per volontà ideologiche, infatti è rimasta intatta la struttura dell’ASL), e infine in merito alla gaffe della proposta di abolizione del numero chiuso a Medicina.
Come pubblicato un mese da dalla redazione di Roars, è stata presentata una bozza di disegno di legge delega lo scorso luglio da parte della Ministra per gli affari regionali Erika Stefani [14], dove sono fatte varie proposte per la regionalizzazione della Scuola in Veneto, in ambito per esempio di alternanza scuola-lavoro, la programmazione dell’offerta formativa, l’assegnazione dei contributi alle scuole, la regionalizzazione dei fondi statali per il sostegno del diritto allo studio e del diritto allo studio universitario, e sul piano Università l’autonomia in merito ai corsi di studio e Ricerca. Queste richieste sono fatte anche il merito al diverso e maggiore gettito dei tributi che la popolazione del Veneto produce rispetto alle altre regioni: in parole povere, più soldi e più autonomia ai più ricchi, per aumentare ancora di più il divario tra il Nord produttivo e il Sud impoverito, ostaggio della mafia, con un tasso di abbandono scolastico altissimo, una maggiore disoccupazione e un esodo di giovani inarrestabile. Sicuramente un motivo in più per aver votato la Lega nel Meridione, per farsi dare ancora meno denaro di quanto poco già venga elargito a Scuole e Università pubbliche.
Ulteriormente è notizia fresca quella per la quale il Presidente Zaia e il Ministro Bussetti abbiano firmato insieme un accordo per permettere alla regione Veneto di far approfondire ai propri studenti lo studio della storia e della cultura veneta, dato che secondo quanto dichiarato da Zaia: “in un contesto in cui l’identità veneta si sente, ma non come amarcord, visto che sette veneti su dieci parlano e pensano in veneto” [15]. Non ci sentiamo di valutare negativamente lo studio più approfondito della propria cultura di origine, ma non possiamo non pensare al fatto che da un lato lo studio della Storia nelle scuole pubbliche non raggiunge quasi mai la soglia della Guerra Fredda, con una motivazione di carattere sia ideologico che pratico, dato che si preferisce non parlare di politica a scuola, e dall’altra parte con il continuo scorrere degli anni diventa sempre più difficile comprimere i programmi scolastici. Ringraziamo ancora la ex Ministra Gelmini per aver decurtato di un terzo le ore di studio di Storia negli istituti superiori. Dunque approfondire lo studio specifico della regione Veneto non sarà di molto aiuto per gli studenti e le studentesse, che ci auspichiamo non vivranno in un feudo autonomo e felice ma recintato, ma che si inseriscano in un contesto nazionale e internazionale e possano avere gli strumenti per capire il mondo politico attorno a loro.
Notiamo come ovviamente le pretese nazionalistiche di cui parlavamo prima sono solo una facciata del vero partito di Matteo Salvini: nella pratica, le volontà autonomistiche e secessioniste che da sempre furono il marchio della Lega Nord sono rimaste, e la struttura classista e depredatrice delle risorse nazionali è ancora la base ideologica di questo partito, che preclude l’unità e la solidarietà nazionale, e porta a sé voti e consensi solo tramite azioni populistiche, razziste e filo-fasciste. Ricordiamo ovviamente a tutti quelli a cui piace avere la memoria corta che questo Referendum consultivo venne applaudito anche dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico (che mai potrà nascondere i suoi misfatti e la sua distruzione del Paese con un velo di antirazzismo istituzionale per porsi a capo di una opposizione morta), e da Forza Italia, il cui leader Silvio Berlusconi addirittura vaneggiava di portare la pratica del referendum per l’autonomia a tutte le regioni [16] vanificando un secolo e mezzo di guerre per portare l’Italia a essere una Repubblica democratica e unita sotto un’unica bandiera.
Note, approfondimenti, citazioni:
[1] https://www.quotidiano.net/politica/referendum-veneto-1.3480487
[9] https://www.lacittafutura.it/dibattito/lombardia-e-veneto-referendum-inutile-no-utilissimo-a-loro
[10] https://www.ilpost.it/2017/10/21/costo-referendum-lombardia-veneto/
[12] https://www.roars.it/online/entro-ottobre-avremo-la-regionalizzazione-di-scuola-e-universita/
[14] https://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2018/09/2018-veneto-Proposta-di-disegno-di-legge-delega.pdf
[15] http://scuola24.ilsole24ore.com/art/scuola/2018-10-16/intesa-bussetti-zaia-studiare-storia-e-cultura-veneto-163100.php?uuid=AEu30EOG
[16] https://www.ilgiorno.it/milano/politica/referendum-lombardia-1.3471966