Esteri

Dopo il risultato di Evo Morales in Bolivia che ha ottenuto il terzo mandato e la riconferma di Dilma Rousseff in Brasile, è stato il turno delle elezioni in Uruguay.

Il 29 novembre cade l’annuale giornata delle Nazioni Unite di solidarietà con il popolo palestinese. Quest’anno, inoltre, è stato designato dall’ONU come Anno Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Le azioni di Israele della scorsa estate, gli attacchi su Gaza con più di 2.100 morti e oltre 100.000 sfollati, la forte oppressione dei palestinesi in Cisgiordania con oltre 2.000 arresti e le continue confische di terre palestinesi, ci sollecitano a riflettere su che tipo di solidarietà può fermare tale violenza e senso d’impunità.

Tre sono i fattori che hanno cambiato il corso degli avvenimenti nella battaglia a difesa della città di Kobanê, fino a due mesi fa sconosciuta ai più, e già condannata ad essere espugnata e martirizzata dall'esercito del cosiddetto “Stato Islamico”:

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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