Alla notizia che il giornale fondato da Antonio Gramsci finirà probabilmente nelle mani di un editore di riviste di gossip, qualcuno ha commentato: «Finalmente potrò leggere l'Unità dal parrucchiere». Magari (magari) non finirà così, ma è un (l’ennesimo) segno dei tempi. E c’è poco da ridere.
E’ tempo di sciopero sociale, è tempo di scegliere da che parte stare
di Carmine Tomeo«Faremo di tutto per cambiare l'Italia» e «sono consapevole che alcune cose vanno cambiate in modo violento». Sono parole di Matteo Renzi. Il presidente del consiglio le ha pronunciate alla fine dello scorso settembre allo Yacht club di San Francisco, incontrando 150 responsabili di start-up italiane della Silicon Valley. Poi sono arrivate entrambe le cose: il cambiamento e la violenza.
Tre sono i fattori che hanno cambiato il corso degli avvenimenti nella battaglia a difesa della città di Kobanê, fino a due mesi fa sconosciuta ai più, e già condannata ad essere espugnata e martirizzata dall'esercito del cosiddetto “Stato Islamico”:
Oltre l’euro: sinistra, sovranità nazionale, socialismo
di Ugo BoghettaIl significato delle recenti elezioni europee sembra non interessare più di tanto l'arcipelago delle sinistre radicali e comuniste.
Le svolte annunciate da Draghi. Fu vera gloria?
di Ascanio BernardeschiPer scacciare la Crisi Draghi intende pompare liquidità nel sistema finanziario. Ma – novità! – reclama anche politiche fiscali espansive e “riforme”. Il segno di classe resta però immutato.
La longa manus dei poteri forti sulla Costituzione
di Beatrice BardelliJobs Act, ovvero la soluzione finale per i diritti dei lavoratori
di Pietro AntonuccioOgni esternazione del Presidente del Consiglio ripropone il luogo comune fondamentale di tutte le destre: il “libero” potere d’impresa è la condizione necessaria e principale per il funzionamento dell’economia, i diritti che limitano questa libertà sono dannosi e vanno eliminati.