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La riscossa degli sfruttati e degli oppressi non può che passare attraverso il rilancio di un Partito Comunista vero, prima in Italia e poi in Europa. L’assenza di un Partito Comunista rende facile giuoco ai dominatori del nostro tempo, i quali, con mano lesta e senza ritegno alcuno approfittano delle nostre debolezze e delle nostre sofferenze. 

Giovedì, 18 Dicembre 2014 13:17

Risposta all’articolo del compagno Raul Mordenti

Caro Raul, ho letto con interesse il tuo articolo dal titolo “Due compiti diversi e legati, costruire il partito comunista, costruire l’unità della sinistra”. Ovviamente parlerò solo di quelle da chiarire e di quelle su cui non sono d’accordo. Spero sinteticamente, giacché molte delle mie ragioni le ho recentemente espresse in un lungo articolo.

Credo che il dibattito in corso nel PRC (che “La Città Futura” ospita) dovrebbe partire da una comune assunzione di responsabilità: la situazione del nostro Partito non è mai stata tanto grave e la sua stessa esistenza è appesa a un filo. Ciò significa che nessuno dovrebbe pensare a forzature, a rotture, a imporre la propria parzialità a colpi di maggioranza (o, peggio ancora, di minoranza). 

Cerco qui di spiegare sinteticamente perché non condivido la proposta di un “nuovo soggetto politico della sinistra e dei democratici” (per usare la formulazione di Marco Revelli). Tengo presente la bozza di appello dello stesso Revelli, il contributo di Ramon Mantovani recentemente diffuso in rete e l’intervento conclusivo di Paolo Ferrero alla riunione dei segretari di circolo del centro Italia. 

La Direzione del Partito della Rifondazione Comunista ha avviato un importante dibattito, licenziando un documento sulla prospettiva dell’unità della sinistra e del partito. Condivido il senso e la lettera del documento. Queste note sono un modesto contributo alla discussione. E sono centrate sulla questione del futuro del partito. 

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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