Gli ultimi dialoghi di Platone

#Platone compie il suo parricidio nei confronti di Parmenide mostrando che se ogni idea è eguale a sé, ciò significa che non è le altre idee


Gli ultimi dialoghi di Platone

La dialettica senza il bene: il progetto di una scienza universale

Il progetto di fare della dialettica una vera scienza, e naturalmente una scienza universale e suprema, è portato avanti da Platone soprattutto in dialoghi come il Sofista, il Filebo e il Parmenide. Qui il discorso filosofico si eleva alle premesse filosofiche in tutta la loro astrattezza. Se nella Repubblica le idee si concatenavano con l’obiettivo di realizzare il bene, nel Sofista la relazione delle idee fra loro è indagata quale fondamento della possibilità di costruire un discorso specifico e controllarne la verità. Come si è visto ogni rapporto predicativo è da riferire, secondo Platone, a un rapporto fra idee per poter comprendere se è vero o no. Ad esempio le proposizioni: l’uomo è un animale o l’uomo vola saranno vere se l’idea di uomo è in rapporto con quella di animale o di volatile. Il discorso scientifico è possibile solo nel caso in cui alcune idee comunichino fra loro e altre no.

Gli ultimi dialoghi

Negli ultimi dialoghi, dunque, Platone cambia prospettiva, più che occuparsi dei rapporti tra idee e cose sensibili, sposta la sua attenzione sulla questione dei rapporti tra le idee. In altri termini nei dialoghi Parmenide, Sofista, Politico e Filebo, pur non scomparendo il tema del rapporto tra le idee e le cose sensibili, acquista più importanza la questione di come le idee entrino in rapporto tra loro.

Si è visto come le cose sensibili presentino una natura contraddittoria, in quanto ciascuna di esse è e non è: Elena è bella nei confronti di una donna comune, ma brutta nei confronti di una dea, viceversa le idee dovrebbero risultare immuni da questa natura contraddittoria. Ad un esame più accurato, però, l’ultimo Platone nota come la contraddizione si insinua anche nel mondo delle idee, perché anche esse possono possedere predicati opposti: ad esempio, l’idea di simile è anche dissimile, perché è dissimile da altre entità. L’idea di uno è anche molteplice, dal momento che possiede più di una caratteristica, ad esempio oltre l’unità, l’esistenza.

Secondo Platone l’esistenza di una pluralità di determinazioni all’interno della stessa idea si spiega con il fatto che non solo le cose entrano in relazione con le idee, ma anche queste ultime hanno rapporti di partecipazione reciproca. Quindi il simile è anche dissimile in quanto partecipa all'idea della dissomiglianza. Esse, dunque, si relazionano tra loro in un complesso intreccio di rapporti che è compito del dialettico ricostruire. Non a caso i dialoghi posteriori alla Repubblica sono spesso chiamati dialettici. Il tema della dialettica, inteso come lo studio delle relazioni interne al mondo delle idee, acquista una rilevanza centrale.

La dialettica come sintassi ideale 

Quindi, la dialettica si presenta come un’indagine relativa ai rapporti di esclusione e inclusione reciproca tra le idee. Ad esempio, l’idea di uomo può partecipare all’idea di camminare, ma non all’idea di volare. La proposizione “Socrate vola” è falsa prima della sua evidente falsità empirica. Quindi, i rapporti di inclusione ed esclusione tra idee rappresentano l’analisi delle condizioni necessarie – ma non sufficienti – della verità delle asserzioni empiriche: prima ancora di stabilire se Socrate sta camminando, occorre valutare se le due idee possono comunicare. Mentre l’assenza di comunicazione è già in se stessa condizione necessaria e sufficiente della falsità dell’asserto “Socrate vola”.

Generi e specie, divisione e ricomposizione

L’indagine delle relazioni di inclusione ed esclusione tra le idee ha una notevole importanza nello studio delle realtà naturali. Platone e i suoi allievi dedicavano grande importanza alle divisioni interne dei singoli generi, ad esempio come un genere (per esempio: animale) si divide nelle due specie (vertebrati e invertebrati) e per converso all’appartenenza di una specie a un certo genere (ad esempio uomo ad animale): il primo è il metodo della diàiresis (divisione del genere nelle sue specie), il secondo quello della synthesis, ovvero la riconduzione della specie al suo genere di appartenenza.

I cinque generi sommi 

spiegano come le idee comunichino. Sono idee generalissime, presenti in tutte le idee: essere, identico, diverso, moto e quiete. Quindi ogni idea è, in quanto esiste, è identica a sé e diversa dalle altre, o partecipa del moto o dell’immobilità ovvero ogni idea può starsene in sé (quiete) o entrare in rapporto con altre (movimento).

La differenza fra il genere identità e il genere essere, per superare i limiti di Parmenide

Secondo Platone ogni idea è, cioè è inclusa nel genere o nell’idea generale dell’essere. Reciprocamente del genere essere sono parte le idee che dal rapporto con l’essere derivano la loro qualità fondamentale: l’esistenza. In secondo luogo ogni idea è identica a se stessa ed è, quindi, inclusa nel genere dell’identico. Dunque il genere identico e quello dell’essere non coincidono come in Parmenide, perché ogni idea è solo eguale a sé. Altrimenti la solo idea è l’essere eleatico, di cui non si può dire niente altro che è, senza costruire alcun discorso scientifico.

Il parricidio di Parmenide: la riammissione del non essere 

L’analisi sui generi sommi e in particolare del diverso ha importanti conseguenze sulla natura del non essere. Parmenide aveva escluso ogni forma di non essere dal discorso vero, arrivando a un vero e proprio divieto di dire e pensare il non essere. D’altra parte – e così Platone compie il suo parricidio nei confronti di Parmenide – se ogni idea è eguale a sé, ciò significa che non è le altre idee. La distinzione fra le idee implica che siano incluse anche nel genere del non-essere. Dunque il non-essere esiste come genere, quindi partecipa dell’essere. In tal modo la molteplicità delle idee implica il superamento del divieto eleatico di attribuire l’esistenza al non-essere. Platone riammette il non essere nel cuore del suo discorso filosofico. Non si tratta più del non essere assoluto di Parmenide ma di un non essere relativo, ovvero del non essere che utilizziamo quando sosteniamo che una cosa non è un’altra, ovvero che è diversa da essa. 

Platone si rende conto della portata anti-parmenidea del suo ragionamento e infatti chiama “parricidio” l’introduzione del non essere nel cuore della dialettica. Il punto di vista platonico presuppone l’idea che ogni determinazione implichi, in qualche modo, una negazione.

Il non-essere come l’essere diverso, terzo genere delle idee

Questo non-essere non è il puro nulla, ma il non essere altro, per cui ad esempio l’idea di cavallo non è l’idea di triangolo. Il non-essere è l’essere diverso, il terzo grande genere in cui le idee sono incluse. I rapporti fra le idee sono basati sulle categorie di identità e differenza. Gruppi di idee possono entrare in rapporto perché per un certo aspetto sono identiche fra loro e diverse dalle altre. Possono essere così incluse sotto un’idea generale che ne esprime l’identità. Si stabilisce così in questi gruppi una comunanza, una comune relazione di appartenenza a un’idea più estesa. Così le idee di uomo e cane possono essere incluse nell’idea di animale.

Identità e differenza nel rapporto fra idee permettono di discriminare il vero dal falso

Identico e diverso a livello dei rapporti fra idee sono il criterio per discriminare vero e falso a livello del discorso scientifico. Così, ad esempio, dire l’uomo è un animale è vero, perché l’idea di uomo appartiene al gruppo di idee comprese in quella di animale, dire l’uomo vola è falso, perché l’idea di uomo non è compresa nel gruppo di idee facenti capo al genere volatili.

I rapporti tra le idee e le cose

La concezione delle idee come entità complesse, in relazione con le altre, comporta anche l’attenuazione della rigida separazione fra le idee e le cose sensibili. Ora il mondo ideale è sì distinto dalle cose sensibili, ma funge più da modello di pensabilità di queste che da alternativa ontologica rispetto ad esse. Per esempio, l’idea di uomo, che ha le proprietà di esistere, di essere identica a sé e diversa dalle altre, in moto o immobile – appartenente al genere di animale, terrestre, bipede – appare come strumento per la comprensione dell’essenza dell’uomo concreto piuttosto che di quella di un uomo ideale senza rapporti con il primo.

La dialettica come diairesi che consente di definire il sistema delle idee

La dialettica è per Platone la scienza delle relazioni fra idee e gruppi di idee. Si tratta di individuare le idee affini e i diversi gradi di affinità. In secondo luogo si potranno definire le singole idee mediante la descrizione della loro collocazione nel sistema di identità e differenze fra le idee. La dialettica assume perciò il nome di diairesi (divisione) o più esattamente di dicotomia (divisione per due). 

L’idea terminale quale momento di organizzazione scientifica dei fenomeni materiali

Per definire ad esempio l’uomo, collocandolo nel sistema di relazioni fra idee, la prima mossa della dicotomia sarà sintetica, verrà scelta un’idea generale in cui quella di uomo è inclusa, ad esempio l’idea di animale (I livello di identità). Il campo definito da questa idea verrà diviso in due mediante una differenza specifica: il possesso o meno di piedi. Da una parte gli animali senza piedi (I livello di differenza) dall’altra quelli con i piedi (II livello di identità). Si dividerà dunque fra quadrupedi e bipedi. Poi fra bipedi che parlano e non parlano. L’uomo sarà così definito come animale dotato di due piedi e di parola. Tale idea è un terminale, non è ulteriormente divisibile e costituisce la linea di confine fra il mondo delle idee e il mondo del divenire empirico, visto che oltre l’idea di uomo troviamo la molteplicità degli uomini empirici, di cui non si dà una vera scienza. Tuttavia l’idea ultima diviene il momento di organizzazione e pensabilità teorica del gruppo di fenomeni materiali che si estendono subito sotto di essa. La dialettica si avvicina così alle scienze empiriche, ad esempio alla zoologia, come controllo delle loro asserzioni e livello di organizzazione generale del discorso scientifico.

La definizione dicotomica e il suo limite

Tuttavia, la definizione di uomo che abbiamo dato non è certo l’unica possibile mediante la procedura dicotomica. Variando la scelta dell’idea generale o della prima differenza si ottiene una definizione diversa, ossia una nuova mappa della relazione fra idee. La vera definizione dicotomica deriverà dalla sovrapposizione di tutte queste mappe. La procedura dicotomica, e gli alberi che essa costituisce, sono rimasti sino al mondo moderno alle base delle scienze classificatorie come la zoologia e la botanica. Tuttavia per Platone la dialettica dicotomica nel costituirsi come scienza pare aver perduto la funzione etica e politica, e su tale problematica rifletterà l’ultimo Platone.

18/11/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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