La manifestazione nazionale del 5 novembre, promossa da Europe for Peace e molte altre associazioni tra cui l’Anpi, l’Arci, l’Acli, Libera e la Cgil, deve rappresentare l’inizio una vasta mobilitazione per la pace in Ucraina e per l’interruzione di un’escalation che può portare a esiti tragici, perfino il conflitto nucleare.
La piattaforma sostiene che “la guerra va fermata subito” e chiede il “cessate il fuoco” e un “negoziato per la pace” nonché la messa al bando di tutte le armi nucleari.
Viene sottolineata la responsabilità della Russia, mentre non si menzionano quelle degli Usa, della Nato, dell’Unione Europea e del governo Draghi. Pur consapevole di questo limite, “La Città Futura” vi aderisce con entusiasmo perché in questa situazione è importante raccogliere la più vasta partecipazione possibile e a tal fine non è opportuno dividerci sull’entità delle responsabilità.
Non è così per tutti. “Micromega” pubblica infatti un appello “per partecipare alla manifestazione” sottoscritto da alcuni intellettuali di sinistra, tra cui lo stesso direttore di quel giornale, che, nell’annunciare l’adesione all’iniziativa, espone contenuti in netto contrasto con la piattaforma dei promotori.
Per i firmatari dell’appello “pace vuol dire il ritiro dell’aggressore entro i suoi confini, ogni altra soluzione sarebbe un premio a chi la pace l’ha violata, sterminando civili, violentando donne, massacrando e torturando”. Pertanto “ci sarà pace solo quando l’aggressore porrà fine all’aggressione”.
A parte l’acritica adesione alla narrazione prevalente nei nostri media ossequiosi delle ragioni dell’imperatore di Oltreoceano, si indica una condizione inaccettabile per la Russia e che quindi allontana il negoziato. Si chiede, implicitamente, che la guerra continui fino alla sconfitta della Russa, altro che pace!
Questa posizione non solo è da respingere, ma la consideriamo una vera e propria provocazione nei confronti della manifestazione.
Da parte sua il Segretario del Pd Enrico Letta, usa toni più sfumati. In un discorso alla direzione del Pd, nell'annunciare la partecipazione di quel partito alla manifestazione, ha affermato: "l'aspirazione alla pace parte dalla consapevolezza che c'è un invasore che va sanzionato e il popolo ucraino va difeso. Noi parteciperemo a tutte le iniziative che ci saranno, quando saranno chiare queste due condizioni che riteniamo essenziali". C’è quindi una discutibile identificazione fra il regime di Zelensky e il popolo ucraino, e, affermando di voler difendere questo popolo, quindi implicitamente di assistere militarmente l'Ucraina, come stanno facendo pesantemente e con armamenti sempre più sofisticati la Nato e il nostro governo, non pensiamo si avvicini l'interruzione dell'escalation e il cessate il fuoco invocati dai promotori della manifestazione.
Noi vogliamo operare per ricostruire la coesistenza pacifica, per anteporre la diplomazia alle armi, per rigettare qualsiasi ipotesi di uso degli armamenti nucleari. Siamo per la pace perché vogliamo che a essa si accompagni la giustizia sociale e il diritto di tutti i popoli a un’esistenza dignitosa, cosa che il neoliberismo e la pulsione all’unipolarismo Usa impediscono di fatto.
Per questo saremo a Roma con i nostri slogan e invitiamo a isolare coloro che parlano di pace chiedendo e preparando la guerra.