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Parigi: terrore, guerra e ipocrisia
Una riflessione controcorrente sulle cause e i moventi autentici di questo periodico e regolare esplodere di atti terroristici.
Gli Stati Uniti devono allearsi con Al-Qaida in Siria?
Negli Stati Uniti il nuovo “pensiero collettivo” sottolinea che il presidente russo Putin non ha mantenuto la sua promessa di attaccare soltanto lo Stato Islamico, visto che i suoi aerei di guerra hanno colpito altri obiettivi dei ribelli in Siria.
La Russia in Siria
Gli Usa gridano all'escalation militare di Putin e al pericolo di destabilizzazione dell'area, ma nel corso di quattro anni di guerra civile hanno fatto poco o nulla contro il terrorismo islamista dell'Isis e di Al Nusra.
In Siria la partita cruciale
La stretta di mano di Vienna potrebbe cambiare molte cose anche per la Siria. Da quattro anni nel piccolo Paese arabo si vive, e spesso si muore, a causa di una guerra civile che sempre più si sta trasformando in una spietata guerra di conquista da parte di milizie di predoni armati e addestrati da potenze straniere (oltre 191mila vittime fino all'agosto dello scorso anno, secondo dati delle Nazioni Unite, e 10 milioni e mezzo di siriani tra sfollati e fuggiti in altri paesi su 23 milioni 695mila abitanti complessivi).
Divide et Impera: come distruggere lo Stato siriano
Fin dagli inizi degli anni ’80 i piani imperialisti tendenti a garantire la sopravvivenza d’Israele e la sua affermazione nel Grande Medio Oriente prevedevano un radicale processo di balcanizzazione del Mondo Arabo le cui tappe sarebbero dovute essere lo smantellamento dell’Irak, della Siria e del Libano. Da 4 anni la Siria sta resistendo agli attacchi che puntano alla disgregazione della convivenza tra le sue molteplici comunità etnico-religiose, che nella regione rappresentava un raro, se non unico, esempio di laicità.
Video delle due ragazze che chiedono all’Italia di pagare i rapitori
Un video pubblicato su YouTube con le immagini credibilmente autentiche delle volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria il 31 luglio scorso. Il video sarebbe stato girato il 17 dicembre. È Vanessa a parlare in inglese: ‘siamo in pericolo, il governo ci riporti a casa’. La conferma indiretta che c'è una trattativa in corso e che i sequestratori stanno cercando di alzare il prezzo.