Domenica, 28 Giugno 2015 11:32

Risorse umane certificate

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Il modello neoliberista insediatosi in lunghi anni di elaborazione come documentano Dardot e Laval, supera il modello economico sociale disegnato dal fordismo proprio perché lo fa “chiamando gli individui a partecipare attivamente al proprio assoggettamento”. La scuola diventa la palestra del lavoro a venire, nelle logiche del nuovo modo di lavorare tipiche dei nostri tempi in cui ben si mescolano nuove e vecchie schiavitù.

Per la Banca Mondiale l'educazione non deve essere più un diritto né un servizio garantito dallo Stato, ma un investimento fatto dallo studente e dalla sua famiglia, che darà i suoi frutti nel futuro, quando le competenze “acquistate” consentiranno al giovane di entrare nel mercato del lavoro e ricevere un salario proporzionato al denaro investito e alle abilità acquisite.

La conversione in decreto del documento sulla Buona scuola proposto da Renzi, nonostante il fallimento della consultazione on-line e dell’opposizione dei soggetti interessati, è prevista per fine febbraio. Il carattere neoliberista, classista e demagogico trapela già dalle anticipazioni: l’equiparazione della scuola all’impresa e l’assoluto disprezzo verso l’intelligenza degli studenti sono due sintomi emblematici di questa controriforma che stravolge la scuola democratizzata dalle lotte degli anni Sessanta e Settanta.

L’idea di LIPscuola (Legge di iniziativa popolare per una buona scuola per la Repubblica) nacque nel 2005 all’interno del movimento che si batteva per la Moratti. Oggi, dopo quasi 10 anni, questo strumento si mostra ancora utile per contrastare la “Buona scuola” di Renzi.

La riforma della scuola del governo Renzi rappresenta un salto di qualità rispetto alle proposte precedenti: non si procede con l’ennesima riforma imposta dall’alto, ma si apre una consultazione.

La Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce, all’art. 53, che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Un precetto sempre più disatteso dalle manovre finanziarie degli ultimi governi.

Si è tenuta nei giorni scorsi a Ladispoli. Un primo momento di incontro, di confronto e di proposta per far crescere sul territorio il “movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.” Un primo passo che vuole avviare un importante percorso.

Sabato, 21 Febbraio 2015 18:44

Il TAR dà ragione ai No MUOS

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Il MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare Usa, è stato realizzato a Niscemi grazie ad autorizzazioni e provvedimenti illegittimi della Regione Siciliana. Lo ha sancito il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia con la sentenza emessa il 23 febbraio scorso, che ha accolto i ricorsi proposti da Legambiente, dal Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS e dal Movimento No MUOS Sicilia contro l’atto della Regione presieduta da Rosario Crocetta del 24 luglio 2013 che aveva revocato lo stop ai lavori megaimpianto militare ordinato il 29 marzo precedente. 

Non è servita l'approvazione del decreto, con voto di fiducia, dello scorso novembre a fermare le mobilitazioni. Anzi il movimento si è rafforzato, collegandosi con le altre vertenze del centro e del sud irrobustendo così i suoi strumenti.

Uscire dall'Unione Europea o restare? Il Regno Unito va verso il referendum.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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