Due grandi manifestazioni del più grande sindacato italiano hanno invaso le strade del centro della Capitale restituendo fiducia in chi crede che l’obiettivo centrale di questa fase storica sia la costruzione di un movimento di massa contro il governo delle destre. Certo la strada da percorrere è ancora lunga e purtroppo irta di ostacoli. Di contro ad un popolo che sempre più mostra di non cedere all’egemonia del pensiero dominante scendendo in piazza per la pace e per i diritti sociali opponendosi in tal modo ad una propaganda guerrafondaia e marcatamente neoliberista vi è la tendenza sempre opprimente delle burocrazie sindacali e dell’aristocrazia operaia a smorzare e deviare i sentimenti più avanzati delle masse. Se dunque la CGIL sulla spinta della base muove i suoi passi contro il governo, mostrando quanto sia importante l’elemento quantitativo, allo stesso tempo i suoi gruppi dirigenti deludono sempre le aspettative e così proprio nella partecipata manifestazione del 7 ottobre è risultata decisamente arretrata la posizione espressa dal segretario generale Landini che ha esposto un discorso ricco di pessimismo della ragione ma povero di ottimismo della volontà e cioè non elaborando un reale progetto di lotta che sarebbe stato il razionale suggello di questa mobilitazione.