Visualizza articoli per tag: crisi
Gli illusionisti della ripresa
Con il ritorno della primavera, politici e giornalisti annunciano che finalmente siamo “in ripresa”. Renzi già a metà marzo ci dava nientepopòdimenoche “fuori dalla crisi economica”.Così lorsignori e i relativi pennivendoli chiamano lo 0,6% di crescita del Pil ...
La crisi, questa sconosciuta – Parte VI
La crisi, questa sconosciuta - Parte V
Per alcuni decenni del secondo dopoguerra, la teoria e le politiche keynesiane avevano conquistato una certa egemonia in ambito accademico e politico. Tuttavia l'accumulazione di capitale e l'avanzata della classe lavoratrice degli anni 60 e 70 del secolo scorso avevano determinato una caduta del saggio del profitto. L'imperativo perciò divenne restaurare il dominio del capitale e ripristinarne la profittabilità.
La crisi, questa sconosciuta - parte II
L'attacco più radicale e coerente ai negazionisti proviene da Marx il quale ha dimostrato sia la possibilità della crisi, confutando la legge degli sbocchi, sia le cause che rendono concreta ed effettuale questa astratta possibilità.
La crisi, questa sconosciuta
Escursione a tappe tra le lacune dell’economia politica. Prima parte, i negazionisti: questa crisi mondiale del capitalismo non ci sarebbe dovuta essere.
Il debito pubblico tra realtà e fandonie
Debito, spread, crisi. Cosa c'è di vero e cosa di inventato. Perché vogliono darcela a bere? Come se ne esce?
L’importanza di chiamarsi Marx
Sta per terminare anche il 2014, l’ennesimo anno che le autorità di ogni tipo ci avevano descritto come quello della ripresa, del cambiamento “del verso”, e invece – passati ormai ben sette lunghi anni dall’emersione della crisi del 2008 – ci si ritrova nuovamente a fare i conti con una disoccupazione sempre più galoppante, e una povertà che inizia ad annidarsi stabilmente nelle case di quella che una volta si definiva aristocrazia proletaria e che da qualche decennio ha assunto poi il nomignolo più chic – e molto più impreciso – di middle class, classe media.
E’ tempo di sciopero sociale, è tempo di scegliere da che parte stare
«Faremo di tutto per cambiare l'Italia» e «sono consapevole che alcune cose vanno cambiate in modo violento». Sono parole di Matteo Renzi. Il presidente del consiglio le ha pronunciate alla fine dello scorso settembre allo Yacht club di San Francisco, incontrando 150 responsabili di start-up italiane della Silicon Valley. Poi sono arrivate entrambe le cose: il cambiamento e la violenza.
Le svolte annunciate da Draghi. Fu vera gloria?
Per scacciare la Crisi Draghi intende pompare liquidità nel sistema finanziario. Ma – novità! – reclama anche politiche fiscali espansive e “riforme”. Il segno di classe resta però immutato.